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Ecco il ‘sale della terra’

Ecco il ‘sale della terra’

A TUTTO SCHERMO - WimWenders e Sebastiao Salgado firmano un’opera senza precedenti, nelle sale da fine agosto

Colla Elisabetta Venerdi, 27/06/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Agosto 2014

 Presentato a Cannes 2014, nella sezione Un Certain Regard, uscirà in agosto il magnifico documentario The Salt of The Earth, frutto di un’unione senza precedenti, quello fra il regista e fotografo tedesco Wim Wenders, autore capace di influenzare intere generazioni con film cult entrati nella storia del cinema eppure in grado di mantenere intatto il suo sguardo appassionato e solidale con la condizione umana ed il suo cammino, ed il brasiliano Sebastiao Salgado, uno dei fotografi più importanti di tutti i tempi, viaggiatore indefesso alla ricerca dell’uomo e della sua relazione con la natura fin nei meandri più remoti della Terra, ecologista ed attento alla sofferenza dei popoli come pochi altri. Dall’incontro quasi casuale di questi due ‘giganti’ (Wenders aveva nel suo studio due foto di Salgado che lo avevano profondamente colpito ma solo cinque anni fa ha avuto l’occasione di conoscerlo) nasce il documentario



The Salt of The Earth, presentato a Cannes come un vero e proprio avvenimento. Wenders, da regista, accompagna con grande riservatezza la storia personale e professionale di Salgado: dalle proteste giovanili agli studi di Economia, all’incontro con Leila Wanik, la donna che per 50 anni gli è stata vicina nella vita e nel lavoro, ed alla nascita dei due figli, fino alla scoperta della sua vera, grande passione, la fotografia. I servizi di Salgado, ed i suoi viaggi nei cinque continenti, da quel momento inarrestabili, evolvono in un lavoro febbrile, rigorosamente in bianco e nero, dove le immagini della miseria e del dolore, dell’abiezione e della bellezza, s’intrecciano col desiderio di prossimità del fotografo a popoli ed individui, laddove carestie, stragi e guerre fratricide sembrano non lasciare speranza per le generazioni attuali e future. Il documentario è stato presentato da Wenders insieme al figlio maggiore di Sebastiao, Juliano Ribeiro Salgado, che ha seguito il padre nei suoi ultimi viaggi alla scoperta del Pianeta, utili per conoscere davvero un genitore quasi sempre assente, e che ne raccoglie oggi l’eredità spirituale (benché il padre sia vivente). Molto interessante la scoperta del lato meno noto di Salgado, quello ecologista, che lo ha spinto a ripopolare l’habitat di una grande tenuta di famiglia per poi donarla allo Stato. La bellezza struggente e bruciante delle immagini fotografiche del documentario, accompagnate dalla sapiente sceneggiatura di Wenders, entra in profondità nelle viscere della terra, attraversando l’iter dello spessore umano e professionale di Salgado, fino alla sua ultima esposizione, Genesi, che rappresenta la consolazione dei mille volti della natura e la possibilità di rinascita, oltre ogni tragedia.

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