Venerdi, 20/08/2010 - 85,6%, questa è l’altissima percentuale di medici ginecologi obiettori di coscienza, e che quindi non praticano alcuna operazione abortiva, nel Lazio. Dati simili si riscontrano anche in Basilicata (85,2%) e Campania (83,9%).
A focalizzare l’attenzione su una situazione di emergenza sono Massimo Cozza e Cecilia Taranto, segretari Nazionali della funzione pubblica CGIL, che propongono anche delle soluzioni come l'affidare a personale non obiettore la direzione dei presidi in cui si effettuano le interruzioni di gravidanza o anche l'introduzione del requisito della non obiezione per chi deve essere assunto o trasferito in presidi dove si trova oltre il 50% di obiettori ed altro ancora.
La discussione è senza dubbio complessa, comprendendo etica, medicina e non solo, ma, viene da chiedersi, quanto sia etico che, nel 2010, il tavolo del dibattito sia ancora il corpo della donna.
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