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Ebrei e Zingari: gente ‘Senza Confini’

Ebrei e Zingari: gente ‘Senza Confini’

Teatro - Lo spettacolo di Moni Ovadia, promosso dall’Associazione Stampa Romana

Venerdi, 23/12/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2011

Moni Ovadia, il grande artista di origine bulgara, abilissimo cantore e narratore dell’ebraismo, ha da sempre una passione per le minoranze, gli emarginati, gli stranieri. Sarà per questo che l’Associazione Stampa Romana (insieme con la Federazione della Stampa) ha deciso di veicolare attraverso un suo spettacolo al Teatro Quirino, in occasione del lancio di un piccolo vademecum dal titolo significativo Ho visto anche degli zingari felici: di chi parliamo quando parliamo di Rom, un invito ai cittadini ad approfondire meglio la conoscenza di un popolo del quale si parla (e verso il quale si agisce) in modo stereotipato e superficiale. Lo spettacolo, Senza Confini-Ebrei e Zingari, un recital di canti, musiche e storie di Rom, Sinti ed Ebrei, evoca una sorta di fratellanza ideale fra questi popoli perseguitati ed esiliati da sempre, con la differenza che gli ebrei ad un certo punto, sono ‘entrati nei salotti buoni’, mentre gli zingari sono rimasti vittime predestinate, pur senza mai - ricorda Moni - dichiarare guerra a chicchessia. Sul palco, insieme allo stesso Moni, che canta con voce da basso profondo struggenti melodie klezmer (eco di momenti di festa e di sofferenza), dimenandosi anche in un improvvisato sirtaki, un gruppo di straordinari musicisti rom, che compongono la Moni Ovadia Stage Orchestra ed incarnano la cultura musicale dell’Europa orientale: dal violino al cymbalon, dalla fisarmonica ai clarinetti ed altri fiati, i suonatori di Ovadia suonano come se fosse l’unica cosa al mondo che ha senso fare, con la tecnica ed il virtuosismo dei grandi maestri e la passione ed il sentimento dei suonatori di strada. Dunque la scena è per loro, Moni si fa mediatore di un popolo che ‘tutti invidiano, senza poterlo ammettere, per la sua grande libertà’, l’intera serata ha lo scopo, come ben scrive Moni Ovadia, di “scardinare conformismi, meschine ragionevolezze e convenienze nate dalla logica del privilegio, per proclamare la non negoziabilità della libertà e della dignità di ogni singolo essere umano e di ogni gente”. (E. C.)

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