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E’ stato tempo sprecato?

E’ stato tempo sprecato?

Parole allo specchio - Intervista di Carmen Rita Pantano alle scrittrici Marinella Fiume e Gabriella Imperatori

Anna Ruggieri Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2008

Una stagione sprecata: solo così può definirsi l’occasione persa, da milioni di donne contemporanee, di utilizzare e migliorare tutte le conquiste della scienza (prima fra tutte il controllo delle nascite), della politica (il suffragio universale), delle leggi (accesso a tutti gli uffici pubblici e a tutte le attività private) e della legittimazione sociale.
Per fortuna molte donne hanno appreso ed imparato, e continuano ad apprendere e ad imparare. E, di conseguenza, ad utilizzare al meglio le tecnologie derivate dalla scienza ed i diritti assicurati dalla legislazione.
Altre donne, viceversa, non si affaticano a farlo, ripiegando su tutte le miserabili doppiezze del passato, quando la doppiezza, nel dialogo col genere maschile e col mondo circostante era, ahimè!, una delle poche possibilità di sopravvivere. Tra le doppiezze del passato un posto di rilievo ha la guerra alle altre donne. Emblematica è stata la lotta casalinga tra suocera e nuora, oggi fortunatamente in fase calante.
Di fronte a queste ovvie considerazioni sorprende e rallegra lo sguardo, insieme colto ed ingenuo, di Carmen Rita Pantano, nata ad Avola ma trasferitasi da tempo a Padova, autrice di ‘Parole allo specchio’, pubblicato da Luciana Tufani Editrice nel 2007. Lo sguardo della scrittrice Pantano si sofferma sul percorso rivendicativo del femminismo, per poi passare alle brillanti interviste a due scrittrici del “nostro tempo”: Gabriella Imperatori e Marinella Fiume. Ma il libro contiene anche una parte introduttiva sulla letteratura femminile. Secondo la Pantano c’è un filo ideale che lega insieme le apparenti diversità della scrittura femminile, i cui versi apparirebbero “spinti da una danza arcana, quella del cuore che sembra non fermarsi mai. Un destino eterno, una legge naturale renderebbe uguali e differenti le donne che, pur appartenendo a tradizioni e culture diverse, hanno vissuto” sulla propria pelle tutti i cambiamenti e movimenti destabilizzanti che hanno segnato la loro vita.Secondo la Pantano un’esclusione molto antica peserebbe ancora sulle donne e sul loro diritto alla parola. Pertanto la scrittura femminile avrebbe un’autonomia culturale irrinunciabile. Non è difficile condividere questo punto di vista perché ogni scrittore, ogni artista, ha un’autonomia spirituale, personalissima ed irrinunciabile. Anche per questo è estremamente difficile, e sicuramente opinabile, cercare un motivo conduttore comune nella scrittura femminile in genere e in quella contemporanea in particolare.
Le diversità, nella forma e nelle sostanze, si avvertono sia percorrendo libri e stili di scrittrici contemporanee, sia dalle interviste, a Gabriella Imperatori e a Marinella Fiume, sia dalla lettura dei loro libri. Così Marinella Fiume si conferma ricercatrice scrupolosa in Sibilla Arcana, dove ripercorre attraverso documenti originali la vita e la morte della poetessa netina Mariannina Coffa Caruso. Ma sa ripercorrere anche una biografia maschile appartenente alla microstoria ne “Il vecchio del Fiumefreddo” in cui parla di un pescatore che lungamente visse lungo rive di un fiume siciliano.
Forse è opportuno concludere con una punta di ottimismo che “con la conquista di un ruolo sociale e culturale la donna è diventata una componente vitale e libera della società in trasformazione con una peculiarità storica e un’autonomia culturale irrinunciabile e tutta da scoprire”.

(29 gennaio 2008)

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