Martedi, 26/05/2020 - Sì, era un vero gentilhomme – forse un tantino bourgeois / borghese, per parafrasare scherzosamente e con ironia, Molière, la stessa che applicava con levitas a tutte le sue interpretazioni, drammatiche o no che fossero – riconosciuto da tutti e, soprattutto, dalle sue donne e dai suoi registi.
E’ stato sposato con 3 bellissime donne: Eléonore Hirt, Juliette Greco, cantante ed attrice – la musa dell’Esistenzialismo ed, in parte, della Nouvelle Vague, praticamente sua coetanea, del 1927, una vera icona vivente - e Ludivine Clerc, suo grande amore, dal 1980.
Era nato a Parigi nel 1925 da una famiglia di musicisti italo-francese, la madre pianista, il padre violinista.
E’ scomparso il 12 maggio, in seno alla sua famiglia, la moglie ed i due loro giovani figli, ma solo qualche giorno dopo ne è stata data la notizia. La sua brillante carriera inizia presto, e dopo la scuola di recitazione entra nella compagnia di Jean-Louis Barrault ( il primo mitico Jekill della storia del cinema, Monsieur Opàle) e Madeleine Renaud.
Ma il primo film arriva solo nel 1945 con il film di Christian-Jaque Sortilèges. Prosegue con gli immensi Jean Renoir (French Cancan) e René Clair (Grandi manovre).
Questa interpretazione attira l'attenzione di Luis Buñuel con il quale collabora fra il '56 e il '74, gli anni del Surrealismo più estremo del regista spagnolo: al fianco di Catherine Deneuve è nel capolavoro del 1967, Belle de Jour e nel 1972 ne The Discreet Charm of the Bourgeoisie / Il discreto fascino della borghesia, che vinse il premio come miglior film straniero agli Oscar, nel 1973.
Poi, pian piano, il successo riconosciuto: Jean-Luc Godard lo accoppia con Brigitte Bardot in Le Mépris / Il disprezzo, del 1963, tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia; Alain Resnais lo contrappone a Yves Montand in La guerra è finita, del 1966 e poi la prosecuzione della filosofia della Nouvelle Vague, con il lavoro fatto con Agnès Varda.
Nel tempo sempre più registi internazionali richiedono le sue performances: Alfred Hitchcock, lo vuole per Topaz, nel 1969, e poi Costa-Gavras, Claude Chabrol, Claude Lelouch, Claude Sautet, tra i registi francesi più affascinanti, più profondi – ‘studioso’ delle intermittenze del cuore e della vita - ai margini della Nouvelle Vague da cui prese, in parte, le distanze.
Con lui lavora in Les choses de la vie – L’Amante, nel 1970, con una colonna sonora meravigliosa, di Philippe Sarde ed una splendida ed indimenticabile – inoubliable - Romy Schneider, scomparsa 38 anni fa venerdì prossimo 29 maggio – con cui ebbe una bella storia d’amore; rimasero poi molto amici, complici, anche nelle successive interpretazioni cinematografiche.
Un cenno merita poi la sua plurima collaborazione con Manoel de Oliveira il grandissimo ‘vecchio’ del cinema portoghese, scomparso nel 2015, a 107 anni.
Tra gli altri girò Belle de jour / Belle toujours che lega il film di de Oliveira a quello di Buñuel, sorta di rivisitazione di Bella di giorno di Luis Buñuel 38 anni dopo. Un omaggio al film-cult interpretato all'epoca da Catherine Deneuve la quale, però, rifiutò la parte di Sévèrine, accettata invece da Bulle Ogier. Il film venne presentato alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia il 6 settembre 2006.
Tanti altri poi vollero la sua presenza nei loro film – son stati 233 quelli girati, di cui 4 da regista, in 75 anni di carriera – ma piace ricordare una delle sue ultime interpretazioni, quella addirittura magistrale in Habemus Papam, regia di Nanni Moretti del 2011, presentato in concorso al Festival di Cannes.
E’ stato un privilegio lavorare con lui, persona generosa, mai capricciosa – ha affermato Nanni.
Quando, all’epoca, raccontò la scelta fatta, lo fece con molta delicatezza ed ironia e, direi, rispettoso affetto.
- Ho chiesto a Pietro (suo figlio,allora quindicenne, n.d.r.) se Michel Piccoli sarebbe stato il giusto interprete per ciò che volevo esporre e lui mi rispose: Michel è il migliore, non c’è alcun dubbio. E così fu, veramente…
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