Fausta Genziana Le Piane cesella e costruisce versi con la massima cura: ogni particolare minuto e invisibile: facile e dolce, verificarlo, rendersene simpateticamente conto…
… giochi la tua solitaria partita …
… custodisci le verità insondabili …
… donna ti crocifiggi alla luce …
… piedi nell’acqua e solide radici …
… dondolandoti tra le stagioni …
«“La saggezza è grigia”. Ma la vita e la religione sono piene di colori.» meditava Ludwig Wittgenstein in pieno 1947… La filosofia non ha o prevede tavolozze – invece la poesia sa perfino inventarsele…
E questo un po’ accade anche qui: di accompagnare un tranquillo, consueto percorso d’esistenziale saggezza – gustando però di continuo i sapori, i colori e gli aromi che compensano il grigio di ogni vita, il peso di ogni giornata, la fredda porosità d’ogni dolce esperienza.
Fausta Genziana armonizza, zucchera la sua poesia di colori
Lei sa fin troppo bene che gli dèi sono e vedono dappertutto… Anche dentro un colore o da dietro un albero, il gesto d’un nonnulla – un oggetto che meravigliosamente diventa sguardo, o il sublime riverito e guardato, la parola che vive, come ninfa ci bacia perché accada l’amore, e noi con esso, noi con essa… Purché ogni parola nomini veramente se stessa – non sbagli nome, né viso o bacio… E ogni stella sia stella: “Stellina”, ancor di più, la figlia Scilla…
Il Tempo è il sempre – il Dove è il qui – il Quando, l’indomani: “Non ti trovo / infine / perché sei diventata stella. / Che brilla sulla mia fronte”.
Dimenticavo: il suo unico e ineludibile Perché, vige e resta sempre semplicemente la POESIA. Quella che medita sul male vissuto stancandosi gli occhi a contemplare rose… “Prima di riprenderlo” – come carbone dolce nel sacco di iuta della solitudine – “per le curve spalle dell’andare.”
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