Legge 40 - Un commento rispetto ai dati ufficiali sui tre anni di applicazione della Legge 40 presentati dal Ministro della Sanità
Rossella Bartolucci Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2007
Finalmente, la trepidante attesa del mondo che ruota attorno alla fecondazione assistita, è terminata oggi:
Il Ministro della Sanità Livia Turco ha presentato i dati ufficiali, reperiti dal Registro Pma dell’Istituto Superiore di Sanità, relativi agli effettivi risultati dell’applicazione della Legge 40.
Due diverse reazioni, leggendo questi dati, da parte di noi pazienti.
Siamo dispiaciuti, profondamente dispiaciuti, di aver avuto ragione.
Siamo dispiaciuti di quei 3,6 punti percentuali in meno di tasso di gravidanze, che poi, se calcolati non sul totale ma sulla percentuale effettiva di successi, diventano il 14,5% ( dal 24,8% del 2003, al 21,2% del 2005), perché significano più di 1000 gravidanze in meno, più di mille famiglie che non avranno la gioia di un figlio.
Siamo dispiaciuti di quei trasferimenti in utero di un solo embrione aumentati dal 13,7% al 18,7%, per di più, contrariamente alle direttive internazionali, non selezionato in base alla maggior vitalità e probabilità di diventare un bambino, che parrebbe cosa logica, ma unico, debole, sopravvissuto dei miseri 3 ovociti inseminati permessi dalla Legge, che in una donna con più di 35 anni, diventano un molto probabile insuccesso, con tutte le conseguenze psicologiche e fisiche del caso.
Siamo dispiaciutissimi dell’aumento dal 44% a più del 50% dei trasferimenti in utero di 3 embrioni, comuni in donne molto giovani, che, a meno di fare diffida al medico, cosa che alcune coppie molto informate fanno, ma la maggioranza poco informata no, non può essere rifiutato, nessun embrione può essere crioconservato: quei tre embrioni che spesso diventano 2 o 3 gemelli, coi parti plurimi aumentati dal 22,7% al 24,3%.
E 3 gemelli, bellissimi nell’immaginario collettivo, spesso si trasformano in tragedie, in parti estremamente prematuri, in bambini che non sopravvivono, oltre che, quando va bene, in un enorme sforzo organizzativo e finanziario da parte di famiglie che volevano ingrandirsi ma forse non così tanto e all’improvviso.
Ed ecco, il dato forte dell’aumento degli esiti negativi delle gravidanze: dal 23,4% al 26,4% di aborti, parti prematuri, morti perinatali, tutto dovuto all’obbligo di trasferimento di tutti gli embrioni.
E siamo tanto, tanto dispiaciuti, per quei dati, quei bambini in meno, quelle coppie di gioiosi “turisti procreativi” che invece che al mare ad agosto vanno a Bruxelles in sala operatoria o magari in paesi dagli standard sanitari bassi ma dai prezzi altrettanto bassi, o quei bambini malati figli di genitori che non avevano i soldi per andare all’estero a fare la diagnosi genetica preimpianto, quelle coppie che solo attraverso il dono di un gamete, dono fruibile solo all’estero, potevano diventare genitori e che invece non lo diventeranno, tutti dati che non compaiono, che sfuggono, ma che sono realtà pulsante di vita di migliaia di persone.
Ma, questo dispiacere, si trasforma in una certezza: finalmente nessuno potrà più dire che la legge 40 non è una legge così cattiva.
E, con questa certezza, invitiamo chi di dovere ad accogliere l’invito del Ministro a “continuare a riflettere sulla legge 40”, mettendo in atto un’energica revisione delle sue Linee Guida.
* Presidente Sos Infertilità Onlus (www.sosinfertilita.net)
Membro Cellula Coscioni di Milano
(3 luglio 2007)
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