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E noi urliamo più forte

E noi urliamo più forte

Elezioni politiche - Il 'dopo Berlusconi' si preannuncia estenuante, ma Prodi e il nuovo governo devono reagire adeguatamente

Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2006

Se n'è parlato tanto in queste settimane del Paese spaccato a metà e molti autorevoli analisti si sono interrogati sull'identità dell''altra Italia', quella che ha votato per la Casa delle Libertà. Non una, ma molteplici e contrapposte identità; non un unico ma molteplici e contrapposti interessi si sono di nuovo coagulati intorno a chi ha detto tutto e il suo contrario, a chi è ricorso spudoratamente all'oltraggio, a chi ha inveito contro i comunisti e contro ogni logica, scardinando il semplice nesso tra chi governa e il risultato del suo governare. Una delle tante operazioni di destabilizzazione che hanno intronato i nostri cervelli. Il governo Berlusconi è finito, ma non siamo sicuri che altrettanto si possa dire del berlusconismo. Il gioco continua: è la strategia della tensione mediatica intorno a questioni inesistenti, tanto per offuscare l'orizzonte e continuare ad espropriare l'autonomia di giudizio. Prendiamo atto che non c'è nulla di nuovo e che l'Italia non ha voluto definitivamente consegnare alla storia un periodo, una fase. Il punto è semmai come il centrosinistra pensa di poter governare un Paese ridotto al coma economico e al tempo stesso contrastare il furore apparentemente illogico di quelli che non sono avversari politici, ma nemici della democrazia partecipata e del progresso culturale. Il vantaggio numerico che permetterà a Romano Prodi di governare cercando la sintesi, speriamo non con troppa fatica, tra le diverse posizioni della coalizione è esile. Tocca alla Politica scendere in campo pesantemente e lavorare per spostare il consenso e il comune sentire verso più ragionevoli sponde. Giocare d'attacco sui temi 'caldi' quali la sanità, la scuola, il lavoro. Le donne deputate e senatrici, tutte autorevoli, hanno su questi fronti una grande responsabilità e dovranno far pesare la loro presenza e far sentire la loro voce. Indipendentemente dal numero, le parlamentari dovranno avere la capacità di stare 'fuori dal coro' del politichese, chiedendo e rivendicando. E' indispensabile che facciano fronte unico per essere più forti, per catturare l'attenzione delle altre donne, per essere punto di riferimento, per attirare i media. Per coprire le urla demenziali e scomposte dei leghisti sfascisti e dei post-fascisti occorrono urla più forti, ma intonate e sensate. C'è bisogno di arieggiare le stanze di Montecitorio e Palazzo Madama e alle elette il compito di rigenerare una politica spenta e maltollerata. Insomma devono fare la differenza essendo di 'governo e di lotta', per usare una vecchia espressione che è stata la pratica di chi ci ha governato nei cinque anni appena trascorsi.
(1 maggio 2006)

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