Pace - A teatro la speranza di pace. A partire da arabe e israeliane; messo in scena a Napoli “Montedidio”, un messaggio di convivenza fra popoli recitato da una compagnia mista
Colla Elisabetta Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2009
“Per riaffermare il diritto di tutti noi alla pace, alla speranza, all’amore, alla compassione. La passione”. Queste le motivazioni delle scelte teatrali della Compagnia Afrodita, nelle parole di Claudia della Seta, attrice ed adattatrice, nelll’ultimo spettacolo rappresentato, Montedidio, anche in veste di traduttrice italiana del bel testo teatrale di Dani Horowitz, tratto dall’omonimo romanzo di Erri De Luca. Non è casuale, dato il messaggio di convivenza che veicola, che questa pièce riemerga proprio all’indomani dell’ennesimo sanguinoso conflitto tra israeliani e palestinesi nella striscia di Gaza. Messo in scena con successo, anche se con un numero limitato di repliche, al Teatro San Ferdinando di Napoli e concepito originalmente in lingua ebraica, lo spettacolo, che ha debuttato ad Haifa nel 2007, viene ora riproposto nella versione italiana. Per tale occasione, lo stesso Erri De Luca ha collaborato con Claudia Della Seta alla traduzione e all’elaborazione linguistica. In Montedidio un ragazzo racconta la sua vita travagliata: dal primo lavoro nella bottega del falegname Mastr’Errico, che ospita lo “scarparo” ebreo don Rafaniello, alla malattia e al lento spegnersi della madre e all’«ammore» per la coetanea Maria, che il degrado familiare e gli abusi del padrone di casa hanno reso già grande: poi la fuga, il viaggio, che rimandano al sogno, la Terra Promessa, al desiderio di emancipazione e cambiamento, che qui risponde alla sensazione dell’essere stranieri anche in terra propria. Come sempre avviene nei progetti di Afrodita Compagnia, gli attori si confrontano con una lingua non loro: qui gli israeliani recitano in italiano. Per la versione italiana di Montedidio infatti, attori israeliani - arabi ed ebrei – hanno recitato rispettando la struttura del testo, in napoletano o in italiano. Lo spettacolo e la scena rappresentano un’occasione di possibile incontro tra culture, etnie, religioni e lingue diverse, che tende a superare i limiti imposti da ragioni politiche, storiche e sociali. La collaborazione tra artisti di nazionalità diverse diventa un’opportunità d’interazione e dialogo tra i membri della compagnia, gli attori e, per estensione, il pubblico. E da una scena-terrazza lo spettacolo ripropone lo sguardo verso l’alto mentre sotto fervono i suoni dei vicoli. “L’esilio è un destino fisico o dell’anima, imposto o scelto”. La particolare connessione tra Erri De Luca di Napoli e Daniel Horowitz di Pardeschana, in Galilea, si avverte forse tra le parole di una frase che appartiene sia al romanzo che allo spettacolo : “quando ti viene una nostalgia non è mancanza, è presenza...”. Montedidio è un testo che racconta la sensazione dell’essere stranieri in ogni parte del mondo ma narra anche di un’amicizia che comincia a guerra finita, a Napoli. “Che questo ci sia di augurio. Così sia.”
Afrodita Compagnia nasce nel 2003, come estensione femminile del teatro Arabo-Ebraico di Jaffa, quartiere di Tel Aviv dove ebrei ed arabi convivono. Attiva tra l'Italia ed Israele, collabora con il Teatro Arabo-Ebraico di Jaffa (il primo organismo di coproduzione che promuove dialogo e deventi di collaborazione fra le due popolazioni) e con il Kibbutzim College of Education, in Israele, con artisti e tecnici italiani, palestinesi e israeliani. La prima produzione di Afrodita è La Casa degli Spiriti, di Isabel Allende, realizzato sotto l’egida del Teatro di Jaffa, spettacolo nato durante la seconda Intifada. Si ostina a parlare d’amore, di speranza, di compassione, in tempi di guerra e di terrore. Il secondo spettacolo è La Tenda Rossa - incentrato su un evento della Genesi terribile e sanguinario - che arriva in Italia durante la seconda guerra del Libano. Afrodita si sposta poi in Italia, cercando di applicare quello che ha imparato dalla mediazione culturale con le persone che si rifugiano nel nostro paese. Così nascono Struggimenti (Fantasy), scritto da Yossefa Even Shoshan prodotto da Officine Giovani di Prato per la regia di Claudia Della Seta e Glenda Sevald, con due attrici professioniste e sei badanti “migrate” e Migration rewiew spettacolo con quattro attori e cinque rifugiati politici per la regia di Dani Horowitz, che ha debuttato al Centro Enea per i Rifugiati Politici a Roma lo scorso ottobre 2008. Nei primi mesi del 2009, appena dopo l’ennesimo, sanguinoso conflitto tra Hamas e Israele, Afrodita porta a Napoli lo spettacolo Montedidio (coprodotto con il teatro Comunale di Haifa). Il testo narra di un’amicizia che comincia a guerra finita, come segno di buon augurio e speranza di pace.
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