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«E allora ho capito che bisognava esserci!»

«E allora ho capito che bisognava esserci!»

A.N.P.I. - Donne di ieri e di oggi, il coraggio della scelta. Laboratorio sulle donne alla prima Festa Nazionale dell’A.N.P.I. al Museo Cervi.

Barbara Cassinari Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2008

Si è svolto domenica 22 giugno 2008 alla prima Festa Nazionale dell’A.N.P.I. dal titolo Resistenze A.N.P.I.: democrazia e/è antifascismo il laboratorio delle donne «E allora ho capito che bisognava esserci!» Donne di ieri e di oggi, il coraggio della scelta. A presiedere il tavolo una partigiana, Laura Polizzi “Mirca”, vicepresidente nazionale e responsabile del coordinamento femminile dell’A.N.P.I. e un’antifascista Barbara Cassinari che con Fiorella Ferrarini ha curato il laboratorio. Importanti i contributi arrivati alle responsabili che testimoniano l’interesse e il sostegno al lavoro come Rachele Farina. La Polizzzi ha salutato la platea ricordando il suo primo incontro con Genoeffa Cocconi: «mi offrì una scodella di latte caldo e in quel gesto si era espressa tutta la sua solidarietà e il suo coraggio». Daniella Gagliani, dell’Università di Bologna e della Società Italiana delle Storiche, ha richiamato la sua figura con il convegno nazionale, voluto da Maria Cervi, svoltosi al Museo Cervi nel 2004 dal titolo Genoeffa Cocconi donna, madre, contadina. Un omaggio alla madre dei sette fratelli Cervi a sessant’anni dalla scomparsa. Ha poi menzionato parole chiavi importanti nella Resistenza come spazio di autonomia femminile, accoglienza agli stranieri, la generosità delle donne e la necessità di riflettere sulla violenza della guerra. La parola è passata alle partigiane. Teresa Vergalli ha affermato: «io sono entrata nella Resistenza per amore di mio padre e di mia madre; io e mio fratello siamo cresciuti a zuppa di latte, radici di campo e antifascismo inteso come educazione all’antiguerra, all’antigiustizia, all’antidiscriminazione contro le donne e in generale...» E poi Giacomina Castagnetti e Annita Malavasi “Laila”. Marisa Rodano, partigiana e nel Comitato per il voto alle donne fondato a Roma nel 1944, fondatrice dell’UDI, ha sottolineato come anche oggi sia necessario tenere «le antenne vigili perché i segnali preoccupanti di una violazione della libertà e dell’uguaglianza in più aspetti e soprattutto nel mondo femminile, intesa come nell’art. 3 della nostra Costituzione di rimozione degli ostacoli che impediscono la parità, non mancano». E rivolgendosi ai giovani: «la prima cosa che dovete fare è mettere insieme dubbi e interrogativi e associarvi, parlarvi e affrontare in gruppo le questioni e comprendere che se le cose non vanno bisogna fare qualcosa e reagire». Gabriella Manelli, preside del liceo classico “G.D. Romagnosi” di Parma, ha illustrato il lavoro svolto nella sua scuola sulle donne dell’assemblea costituente che ha portato alla realizzazione di un libro dal titolo Le madri della Repubblica, «è stato un’attività svolta da due classi per due anni; il metodo è stato leggere la documentazione e gli atti dell’assemblea e, attraverso una discussione, elaborarne insieme un testo e una mostra con l’obiettivo di far rivivere anche i volti delle protagoniste». Ancora testimonianze partigiane: Luciana Romoli e Assunta Masotti con il saluto del tavolo alle altre: Livia Valeriani, Maria Montanari, le sorelle Quadreri, Livia Greci, Evandra Prandi e sorella. Elisabetta Salvini, giovane storica dell’Università di Parma ha esposto un progetto di ricerca iniziato nel 2005 e conclusosi nel 2008 dal titolo Oltre il 60° dalla Resistenza a oggi. Le donne reggiane protagoniste consapevoli. Spiega la relatrice: «abbiamo creato una rete tra diversi enti, capofila è stata la Provincia di Reggio Emilia e poi l’A.N.P.I., i sindacati, Il Museo Cervi e ISTORECO. Si sono individuate tre aree di lavoro: 1) della formazione e divulgazione 2) ricerca 3) censimento comuni». Infine, Gabriella Gallozzi, giornalista dell’Unità e Guido Albonetti, regista, hanno presentato un lavoro di recupero delle testimonianze femminili della Resistenza: «un giorno stavo facendo zapping su un televisore con la parabola e ho visto un’intervista a Walchiria Terradura su un canale arabo e sono rimasta scioccata al pensiero di quanto altri si interessassero alla nostra storia più di noi». A seguire un breve video che ha presentato il metodo di lavoro. Fiorella Ferrarini, conclude «ci impegneremo affinché tutto quello che è uscito da qui sia capitale d’investimento per un’azione futura». Nel pomeriggio la visita alla mostra L’altra metà della storia. Il contributo delle donne reggiane dalla Resistenza a oggi, curato dalle donne dell’A.N.P.I. di Fabbrico in collaborazione con ISTORECO.


(8 luglio 2008)

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