Due appuntamenti per difendere l’amore e proteggere i bambini.
Un personaggio come lui non poteva mancare come ospite dell’edizione 2015 dell’Estate Romana, dove Frassi interverrà in chiusura, il giorno sabato 05 settembre.
Lunedi, 20/07/2015 - Massimiliano Frassi, presidente della Associazione Prometeo Onlus non è solo una delle figure di spicco in Italia nella lotta alla pedofilia, lotta a cui ha dedicato la propria vita, ma anche uno scrittore molto amato e seguito. Un personaggio come lui non poteva mancare come ospite dell’edizione 2015 dell’Estate Romana, dove Frassi interverrà in chiusura, il giorno sabato 05 settembre.
Ma non sarà questo l’univo evento, in una città che Frassi adora e che contraccambia, avendo lui stesso ricevuto due anni fa in Campidoglio il premio “Città di Roma”.
Infatti ad ottobre terrà una conferenza sulla pedofilia al Quirinale, dopodiché ripartirà a pieno ritmo col suo ciclo di incontri che lo porterà nei giorni seguenti a Cagliari, Palermo, Napoli e poi un po’ in tutta Italia, avendo lo stesso un programma fittissimo di incontri .
In attesa di riavere Frassi riportiamo uno stralcio dell’intervista realizzata dal noto giornalista Benedetto Cesarini durante l’ultimo incontro pubblico avvenuto sempre nella capitale alcuni mesi fa.
1) Domanda: Da quale esigenza nasce il libro “Solo Amore”? Un libro che, pur rientrando nel genere letterario del racconto, non rinuncia ad alcuni momenti di poesia ricorrendo spesso alla citazione di canzoni che diventano una vera e propria “colonna sonora” del libro.
Perché questa scelta?
Risposta: Il mio libro “Solo Amore” nasce dal bisogno personale di fare una pausa e dopo tanta sofferenza toccata nei mie lavori precedenti, poter parlare appunto di amore. Come antidoto a quella sofferenza. Anche se a ben pensarci ho sempre parlato di amore, fosse pure nel “Libro nero della pedofilia”. Amore per chi non ha voce. Per chi viene usato, non solo sessualmente. Magari per rifarsi un’anagrafe, darsi un’identità, crearsi una campagna elettorale. Basta vedere a quanta gente si occupa di bambini. A quanti esperti che scrivono libri o vanno in Tv. E a quanto pochi soggetti i bambini in realtà abbiano al loro fianco, piccoli oggi sempre più carenti di chi si occupa di loro.
All’interno di un mio personale percorso quindi mi sono regalato questa pausa letteraria, che visto il successo, credo avrà sicuramente un seguito, un “Solo amore volume due”, a grande richiesta. Perché misurarmi in territori nuovi mi ha dato grandissime soddisfazioni. In attesa di tornare ad occuparmi di pedofilia con un libro che vuole essere un viaggio nel mondo delle pedofilia ed a cui sto già lavorando.
Quanto alla musica senza non potrei vivere. E’ una passione che mi porto dietro fin da piccolo. I miei compagni aspettavano di comprare il pallone o la maglia del calciatore del momento, io leggevo Ciao 2001 e aspettavo con ansia di regalarmi un bel disco.
Giocavo a soldatini ma vicino a me, perennemente acceso, il mangianastri.
ed è così ancora oggi, in ogni momento della giornata ci deve essere la musica in sottofondo.
Di conseguenza ogni mio libro ha sempre avuto una citazione musicale in apertura di capitolo.
Nella mia personale discoteca c’è davvero di tutto, dai Sex Pistols a Maria Callas, anche se poi i miei miti sono quelli che più spesso cito, Tiziano Ferro, i Beatles, Mia Martini, Springsteen, i Queen, i Pooh e su tutti il mio maestro Renato Zero. Quando sei cresciuto imparando da uno come lui se hai un minimo di talento e di volontà di impegnarti, puoi davvero fare tante cose. In ogni campo.
In questo libro Renato ancora una volta la fa da padrone, e con lui lo stesso Ferro, che considero il nuovo Lucio Battisti per la sua capacità di volare alto raggiungendo tutti, un’artista che vorrei tanto conoscere di persona. Le loro frasi, i loro versi estrapolati dai capolavori che hanno regalato al pubblico, sono un arricchimento al mio libro e si sposano poi alla perfezione con le storie da me raccontate.
Senza sono certo il mio libro sarebbe meno ricco.
2) Domanda: Nel libro tu dici di parlare d’amore “Perché oggi è di amore che dobbiamo parlare”. Bisognerebbe quindi permettere al proprio cuore “il lusso di prendersi tempo”. Ma anche tu, nel primo dei racconti proposti, ti chiedi: “ma chi concede tempo in una società improntata sul tutto e subito, che corre corre corre e manco lei sa dove va?”. Mi viene in mente lo scrittore Zigmunt Baumant quando, riferendosi alla nostra società, la definisce liquida, fluida, flessibile, veloce. Allora ti chiedo: che senso ha raccontare dell’amore oggi, ma soprattutto come farlo in questo contesto sociale?
Risposta: Proprio perché la società è “liquida” sono liquidi pure i sentimenti che la reggono.
Sai di questa società io conosco sicuramente il lato peggiore. Parafrasando quella nota battuta dal film Blade Runner “ho visto violenze che voi umani…”, eppure quel Male, con la emme maiuscola perché assoluto, non ha vinto. Non del tutto perlomeno. E se chi come me lo affronta ogni giorno, ha il coraggio poi di scrivere di amore, vuol dire che c’è ancora speranza.
Per quanto concerne il “come farlo”, la risposta è: con i propri strumenti. Ed i miei sono quelli oramai di cantastorie. Cosa che credo di saper fare bene. Storie da me incontrate, conosciute, ascoltate e attraversate anche da passaggi autobiografici. Storie che raccontano l’amore a 360°. Dall’amore di una vita, a quello naufragato dentro letti sbagliati, a quello ancora per un amico o per un familiare adorato, ma sottratto da una morte forse gelosa.
3) Domanda: Il titolo è “Solo Amore”. Ma secondo me quel “Solo” sta per “Tutto”.
Dopo aver letto il libro viene voglia di intitolarlo “Tutto Amore”, proprio per la tua capacità di cogliere le diverse sfumature dell’Amore in ogni occasione della vita. Tutto è amore. Addirittura tu scrivi che anche “quel furbo serpentello lo era, e con la sua lussuriosa mela, quanti problemi ha generato. Ma anche quello era amore”. Ci puoi spiegare meglio cosa intendi? Il serpente, simbolo per eccellenza del Diavolo, del male, tu lo fai in quale modo rientrare nell’Amore.
C’è una qualche provocazione?
Risposta: Peccato non aver fatto prima questa intervista. Confesso che avrei cambiato il titolo. Poiché “Tutto amore” mi piace quasi di più (ride).
Quanto a quella che chiami “provocazione” era solamente una boutade. Non volevo certo assolvere il “serpentello”, l’unico animale che peraltro detesto. Però voleva essere un modo per dire, al di là dell’esempio, che talvolta per difendere quel amore devi fare delle scelte controcorrente. Forti. Di grande rottura. Se è amore vero a volte devi rompere le regole, cambiare il corso degli eventi. E, per quel amore, essere disposto a pagare qualsiasi conseguenza. Perché sembrerà una frase fatta ma oggi è più difficile fare del bene che fare del male, odiare che amare.
5) Domanda: In uno dei racconti del libro un personaggio, Sabrina, dice di “non essere mai stata convinta che si potesse promettere all’amore di essere per sempre” e che anche una scappatella amorosa può essere amore. Invece tu credi nell’amore “per sempre”? E poi, credi nell’aldilà? Insomma, credi in Dio? Nel libro viene affrontato anche il tema della morte, che può essere sconfitta solo dall’amore. Allora, se esiste un amore che sconfigge la morte, esiste anche un amore che va oltre la morte e si inserisce nell’orizzonte dell’eternità?
Risposta: La storia di Sabrina ti confesso essere l’unica che non sento mia. Ma doveva starci in questo libro per mostrare le varie sfaccettature dell’amore. Io no, credo che l’amore non possa permettersi il “lusso “ di una scappatella, che quando c’è conferma che quel amore è incompleto.
Per quanto riguarda invece la seconda parte della domanda sì credo nell’aldilà e in Dio. E credo pure che Dio creda in me (ride), senza presunzione…Credo anche negli Angeli. Presenze discrete ma mai assenti. Che forse non possono impedire le nostre cadute, ma hanno ali grandi per permetterci di rialzarci e si presentano a noi, spesso con forme umane. Quelle di certi compagni di viaggio, che con il proprio esempio, magari pure la propria musica o la propria arte, ci rendono la vita migliore.
Tornando all’ultima parte della tua ricca domanda aggiungo che anche in questo caso la risposta è sì.
Sì, l’amore va oltre, il tempo, la vita stessa. Se chi se n’è andato ha prodotto amore, tanto amore, a tal punto che anche a distanza di tempo il solo parlare di lui/lei ci fa commuovere, ci fa battere il cuore, ci fa riempire gli occhi di lacrime e di nostalgia, allora non c’è morte che tenga anzi forse c’è più vita lì che in tante vite vere, inutili e sprecate.
7) Domanda: Non so se in maniera consapevole o meno, ma il libro si apre nell’introduzione con la citazione di una canzone di Anna Oxa che per tentare di definire l’Amore, lo paragona ad un bambino. Un libro di Massimiliano Frassi che parla d’Amore non poteva iniziare con un paragone diverso. E tuttavia non mancano i riferimenti agli abusi sessuali, alla “pedofilia”. Penso alla storia di Kikko. In questi casi, in questi drammi, quali spazi può (o deve) trovare l’Amore? Con l’Amore si cancella ogni problema? Si sconfigge?
Risposta: La storia di Kikko è la più dolorosa. Ogni volta che lavorando al libro la rileggevo erano lacrime. Ed è così anche oggi, al solo nominarlo.
Poi penso al testamento che ha lasciato, ricco non di beni materiali intendiamoci, ma di amore, come esempio da seguire. Di bontà. Di generosità. E collegandomi a quanto mi hai chiesto prima, ho la prova provata dell’amore che sconfigge la morte.
E forse i problemi non li cancella definitivamente, ma ci dà l’energia e la forza per affrontarli meglio. Perché davvero con un cuore sereno si può sconfiggere tutto.
Per questo però si deve prima amare sé stessi. Lo dico spesso ai sopravvissuti agli abusi che aiuto con la mia Associazione (Prometeo Onlus: www.associazioneprometeo.org ). Il giorno in cui specchiandosi vedono la meraviglia che vedo io quando li incontro, ecco che arriva l’amore e li ripaga di anni di buio e sofferenza. Ma se prima non arrivano a quello, il Principe Azzurro, poveraccio, farà sfinire il suo cavallo a forza di girare a vuoto.
8) Domanda: “Amore e omosessualità”. Nel racconto che parla di questa tematica si parla dell’amore attribuendo allo stesso due aggettivi: puro e clandestino. Sembrano due aggettivi quasi in contrasto. Perché un amore pure dovrebbe essere clandestino?
Risposta: Perché viviamo in una società bigotta ed arretrata. Dove l’amore ha paura a mostrarsi mentre l’odio passa in prima serata, anzi occupa oramai tutti i palinsesti. Si muore in diretta Tv, si abusa in diretta Tv, si fanno i processi in Tv prima ancora che gli imputati siano andati in un’aula di Tribunale, tra un po’ si faranno pure i programmi direttamente dagli obitori.
Già in un mio libro di 10 anni fa (“L’inferno degli angeli”, con prefazione di Maurizio Costanzo) scrissi che “c’era chi non aveva problemi a stringere la mano ogni giorno ad un pedofilo ma non l’avrebbe fatta ad un sieropositivo”. La stessa cosa la riscriverei oggi, parlando però di omosessualità. Nel libro una delle storie più belle che ho raccontato è di un amore tra due donne. E l’ho volutamente scritta in modo tale che solo alla fine del capitolo quando metto i loro nomi si capisca che sono due donne. Perché voglio che quella sia la parte meno importante. Meno del loro amore, che sì è puro ma anche clandestino. Perché non viviamo a Londra o a New York. E dover vivere una storia d’amore non dico a Roma, ma anche solo a Latina che ci piaccia sentircelo dire o no, ti obbliga alla clandestinità. Mentre l’odio, l’arroganza, la violenza quelli no. Quelli si manifestano liberamente. Senza giudizi né pregiudizi.
9) Domanda: Nel libro traspare in maniera lampante l’importanza della famiglia, assunta quasi a valore. Ed emerge con straordinaria importanza la figura di tuo nonno. Infatti, se il libro si apre cercando di definire l’Amore tramite un bambino, nel penultimo racconto si legge “Se penso a un esempio d’amore non posso che pensare a lui [cioè a tuo nonno]. All’amore per sua moglie, A quello per i suoi figli. E per i suoi nipoti poi…”. Si apre con un bambino, si chiude con un nonno. Tuo nonno. Come dire che l’Amore è un qualcosa che ci accompagna per tutta la vita. È così? E soprattutto che ruolo svolge oggi la Famiglia nella trasmissione o conservazione di questo sentimento? L’amore è davvero questo miracolo che si replica e si trasmette, di generazione in generazione?
Risposta: Voglio sperare sia così. Viglio credere sia così. Che ci sia una famiglia che tramanda di generazione in generazione l’importanza dell’amore. Poi vedo bambini portati a manifestazioni omofobiche sotto bandiere con simboli d’altri tempi. A bambini filmati con pistole in mano. O accompagnati negli stadi la domenica ed incitati a gridare le peggiori cose contro il “nemico”, reo di tifare la squadra avversaria e capisco che c’è tanto da fare. Tanta strada da ribonificare.
Il capitolo del libro a cui fai riferimento è sicuramente quello più mio, anzi interamente mio direi. Ed è l’omaggio ad un Nonno perso quando ero piccolino e con la cui assenza ancora oggi faccio i conti. Dopo il libro credo per la prima volta di avergli parlato per assolverlo. Dall’avermi lasciato così presto, senza avvisarmi. Anche se quando penso ai miei angeli custodi sono certo che se non proprio lui, chi ho accanto da lui sia guidato.
Non me l’aspettavo ma è il capitolo che è piaciuto più di tutti. In una lettera arrivatami via Facebook una ragazza mi ha scritto “non ho mai conosciuto i miei nonni, ma tu me ne hai regalato uno”. Regalo più bello non poteva farmi. Riprova che ancora una volta l’amore ha vinto. Sopra ogni cosa.
Se solo liberassimo certi ospizi dagli anziani pensa quanta saggezza e quante storie ci porteremmo in casa.
10) Domanda: Non ti chiederò qual è il tuo racconto preferito. Ma credo che il racconto dal quale venga maggiormente fuori il tuo cuore è proprio quello su tuo nonno. E questo l’ho avvertito dalla lettura di questo passo: “tutti dovremmo avere dal Cielo almeno una volta un’occasione nella vita. Quella di poter passare un’intera giornata con una persona che abbiamo perso. Sarebbe un dono meraviglioso e sono certo, farebbe si che tutti poi vivremmo meglio. Sarebbe un antidoto alle guerre, all’odio, perché si riceverebbe in cambio una magnifica lezione di vita. E di amore. Solo Amore. Di quello che sconfigge ogni barriera e per il quale è nata la frase “per sempre!”. Oggi c’è questo amore nella vita di Massimiliano?
Risposta: Ogni amore pensiamo sia eterno. Poi a volte si dà così tanto che non potendo dare di più quel amore si esaurisce e sispegne. Alte volte non era vero amore, poiché c’erano troppi letti di mezzo. Altre volte ancora erano sbagliati i tempi. Stavolta diciamo che spero sia quello giusto. E definitivo.
Nota: abbiamo sottoposto l’intervista a Massimiliano Frassi affinché la controllasse. Instancabile l’abbiamo trovato che terminava un nuovo libro, “scritto di getto” dopo l’improvviso lutto del suo cagnolino Flipper, molto amato in Facebook dove ha pure una pagina ufficiale. Un modo per “elaborare il lutto e restituire Flipper a chi l’ha perso, per certi versi un altro libro sull’amore, un amore pulito che non ti giudica, che ti accetta così come sei, che in cambio vuole solo una carezza. Ma anche un libro sulla riscossa. Sarebbe stato ucciso. E’ finito in casa mia tra coccole peluche e caramelle. Lo ritengo il mio libro più bello”.
Chi vi scrive ricorda che alla fine della conferenza di Roma la gente si avvicinava per far firmare il libro, portando a Massimiliano dei regali per Flipper, segno di quanto quel cagnolino fosse seguito e amato.
Il libro uscirà probabilmente subito dopo l’estate e ci auguriamo che l’incontro di Roma lo possa tenere a battesimo. Grazie Massimiliano, per continuare a lottare, in nome dell’amore. Solo amore.
A cura di Sanja Radivojevic - giornalista, responsabile ufficio stampa.
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