Cerratelli - L'arte del drappeggio prende consistenza nel mondo dell'alta moda alla fine dell'800
Lunedi, 17/02/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2014
Mussola indiana leggerissima in cotone, conosciuta già dagli antichi romani come " aria tessuta" che dal Bengala arriva in Europa nel '600 e diventa popolarissima nel '700 neoclassico per la morbidezza con cui fascia il corpo femminile. Fasciare il corpo, drappeggiare, plissettate, insomma muovere morbida materia
intorno al corpo è cosa molto antica che si perpetua nel tempo fino ai nostri giorni.
L'arte del drappeggio prende consistenza nel mondo dell'alta moda alla fine dell'800 con Charles Frederick Worth che divenne il promotore dell'abbandono della crinolina e della valorizzazione delle sinuosità femminili.
Nel '900 il pensiero corre subito a Madame Grès, donna di eleganza indiscussa che con i suoi drappeggi rubati alla scultura, che lei tanto amava e praticava, divenne la più attenta e originale creatrice di modelli che hanno lo scopo di esaltare la femminilità delle donne che a lei si rivolgevano.
E poi sempre a Parigi Madeleine Vionnet nel suo atelier di rue de rivoli al civico 222 nel 1912 si presentò al mondo come mago del drappeggio, un drappeggio studiato e analizzato, non frutto dell'improvvisazione come molti credevano ma dello studio del cartamodello che diviene ben presto il motto della sua vita professionale "il mio vestito è bello perché è ben tagliato". Un noto giornale del tempo diceva di Vionnet: "È al di sopra della moda, le sue creazioni annunciano la moda di domani ".
Negli anni '80 Alaïa grande stilista francese al quale è stato dedicato nel 2013 un grande omaggio al museo della moda parigino Gallierà, collezionava costumi antichi e abiti di grandi sarti come Vionnet, Dior, Balenciaga dai quali ha imparato l'uso magistrale del plissé e del drappeggio divenendo un loro degno erede.
In Italia nel 1954 nei saloni di via Condotti a Roma, 120 modelli straordinari conquistarono la capitale del mondo: il sarto si chiamava Valentino. In quei giorni si trovava a Roma per girare Cleopatra la diva Elisabeth Taylor che volle un abito Valentino aderente e drappeggiatissimo che indossò per la proiezione in prima mondiale di Spartacus. Successo senza precedenti!
Negli anni '60 Valentino realizza modelli il cui eco si riverbererà sull'intera storia della moda, erano decenni inquieti ove si afferma una contro cultura che giudica l'eleganza come un dato trascurabile irrilevante. Ma lui continuò per la sua strada. Le sue collezioni sono ricche di dettagli e ispirazioni catturate dal patrimonio artistico di tutto il mondo e di tutte le epoche: dagli egizi, al classicismo della Roma imperiale fino ai dipinti di Klimt e alla Pop Art.
Ecco che guardare al passato è necessario per progettare il futuro, come è indispensabile andare contro corrente e credere in quello che si fa. In una prestigiosa rivista patinata apparve questa frase riguardante Valentino Garavani: “Sa offrire sempre, anche se il mondo va in altre direzioni, un menù sostanzioso, di lusso delicato e tenendo sempre presente la leggerezza come aria tessuta e tanto divertimento”.
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