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Dove ha vinto la piazza

Dove ha vinto la piazza

Francia - I nostri cugini d'Oltralpe hanno le idee chiare e riescono a farle rispettare

Hela Mascia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2006

Gli studenti francesi hanano vinto e la legge sul Cpe è stata ritirata. Si è trattato di un vero successo della piazza sul Palazzo che ci deve far riflettere su ciò che sta accadendo nel paese nostro vicino.

Nell’ultimo ventennio abbiamo visto i Francesi scendere in piazza ripetutamente quasi che la politica sia delegata alla folla piuttosto che alle istituzioni. Come interpretare altrimenti l’incredibile rielezione di Chirac nel 2002 con l’estrema destra al ballottagtgio, le regionali del 2004 vinte dalla sinistra, il no alla costituzione europea del 2005, la rivolta delle banlieues in novembre? Ed ora la lotta contro la legge che ha riguardato i contratti di primo impiego e che ha coinvolto quella generazione di giovani di meno di ventiseianni alla ricerca di un lavoro. Ma che lavoro? Possibilmente stabile e non precario; e qui sta “l’utopia“ della rivolta in quanto il mercato del lavoro contempla solo il precariato. Dal 1994 i governi in Francia tentano di risolvere la questione della disoccupazione giovanile. Il primo tentativo fu quello di Balladur che istitui’ il salario di ingresso fino ad arrivare al Cpe di oggi. I giovani hanno protestato ed i media hanno erroneamente parlato di un nuovo Sessantotto, senza tener conto che in Francia vi è il 9,5% di disoccupazione mentre i sessantottini di ieri, avevano il lavoro assicurato e invocavano rivolgimenti sociali molto più radicali e utopici di quelli odierni. Le recenti manifestazioni studentesche - e non solo studentesche perché la televisione ha mostrato più generazioni che andavano a braccetto nei cortei – si sommano alle altre proteste per motivi sociali comuni agli altri paesi Europei dove la disoccupazione giovanile sussiste quasi in egual misura e dove il problema della casa o della sanità é simile, ma non si accende la protesta. Invece in Francia il 65% della popolazione manifesta nel vecchio modo comunardo e si fa interprete di una sorta di antistituzionalità latente, di una opposizione alle oligarchie politiche per far valere i propri diritti in questo modo.

E’ in atto un processo di delegittimazione delle elite politiche e della democrazia rappresentativa che ha coinvolto nel passato anche la sinistra di Jospen ed oggi si ripete con Chirac. Non siamo in presenza di quella che un tempo si chiamava lotta di classe perché il ceto medio è alleato con le classi popolari nel considerare i giovani i veri sfruttati ed il paese è schierato dalla loro parte. Viene spontaneo chiedersi: il nostro paese con chi è schierato?

(1 maggio 2006)

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