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Dove eravamo rimaste e dove siamo

Dove eravamo rimaste e dove siamo

Milena Carone - Intervista con l’autrice della proposta di legge 50E50…

Colanicchia Ingrid Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2009

Milena Carone, 50 anni. All’Udi dal 1984. Avvocata, è l’autrice della proposta di legge “Norme di democrazia paritaria per le Assemblee elettive”. Attualmente ricopre l’incarico di garante.

La Raccolta firme del 50E50 per una legge di iniziativa popolare era solo un aspetto della più ampia Campagna 50E50 …ovunque si decide! Quali altre iniziative sono state prese?

In premessa, ripercorro alcune tappe: l’UDI decide la Campagna 50E50 a fine 2006 e la Raccolta firme ci impegna per tutto il 2007. Nel logo scelto, la cosa più importante è la E maiuscola, a indicare condivisione, parità e allo stesso tempo rispetto delle differenze. E l’aggiunta ...ovunque si decide! sta a sottolineare che la necessità di una presenza paritaria affinché ci sia una vera Democrazia non riguarda solo il Parlamento, ma ogni luogo dove si prendono decisioni sulla vita di cittadine e cittadini. Ora, un’altra cosa importante da tenere in conto: UDI è autonoma e tutte le sue Campagne sono autofinanziate. Questa libertà ha dato i suoi frutti, soprattutto durante lo studio per arrivare al Progetto di Legge. Abbiamo iniziato una Campagna senza la preoccupazione controproducente di ottenere quote momentanee, ma con l’urgenza della responsabilità politica che ci viene dalla nostra storia e con lo sguardo al futuro. Sul piano istituzionale, la Raccolta firme ha condotto il 29 novembre 2007 al deposito di un Disegno di legge che ora è fermo, con altri, nella Commissione “Affari Costituzionali” del Senato. La Raccolta delle firme in Italia è servita soprattutto per sensibilizzare la cittadinanza italiana ai temi della Democrazia Paritaria e per avviare un percorso che non è ancora concluso.

Come si intende ricostruire o recuperare il rapporto con i numerosi Centri di raccolta costituitisi sul territorio nazionale?

Alcune donne che hanno dato vita ai Centri si sono interessate al nostro modo di fare politica e si sono iscritte, c’è chi oggi fa parte del Coordinamento nazionale, c’è chi si è impegnata nel Comitato “Quando decidiamo noi”. Molti Centri di raccolta che facevano capo all’UDI si sono rinnovati aprendosi a donne più giovani o che hanno rinnovato una passione per la politica.
A tutte, una volta consegnate le firme, abbiamo chiesto di trasformarsi in Centri di iniziativa perché sapevamo che la Campagna non era affatto conclusa e dovevamo attrezzarci. Non potevamo muoverci come l’UDI degli anni 50 e neppure anni 70: siamo cambiate noi, sono cambiate la politica e l’Italia, sono cambiate le donne.
Dopo la consegna delle firme in Senato, abbiamo fatto il punto per capire da dove doveva ripartire la Campagna. In una parola, dobbiamo ancora rafforzare il concetto politico, direi filosofico-esistenziale, che le donne non sono una “minoranza da tutelare”. Rilanciamo i Centri per iniziative veramente dirompenti, per ribadire che noi affermiamo diritti, assumiamo doveri, e non chiediamo tutele. Diritti e doveri nel rispetto della nostra differenza, perché vogliamo esercitare la cittadinanza a tempo pieno e condividere le responsabilità della Democrazia. Non vogliamo tutele, quindi ribadiamo il nostro rifiuto delle quote in questa ottica più generale che vive degli esiti della libertà.

L’European Women’s Lobby ha lanciato una campagna del tutto simile a quella dell’Udi in vista delle elezioni europee del giugno prossimo. Avete pensato a iniziative a più ampio raggio, che travalichino i confini nazionali?

La EWL 50/50 Campaign for Democracy lanciata nel 2008 grazie al poderoso apporto della vice Presidente della Commissione Europea Margot Wallström ha molte cose in comune con la Campagna 50E50 UDI. Entrambe le Campagne dicono un chiaro NO a quote provvisorie, fossero anche del 50%. Per intenderci, nessuna “azione positiva” di quelle che conosciamo già, nessuna “misura mirata e transitoria” Anche in Europa si rigetta l’idea di “quote di riserva”, si chiede un impegno serio e “di lungo periodo” per una Democrazia Paritaria, perché “la presenza paritaria dei sessi è condizione essenziale e imprescindibile di democrazia”. Si tratta di battaglie con un ideale comune, che parte da lontano, da altrettanti documenti europei, elaborati a suo tempo in Comitati dove ha pesato molto l’apporto di donne in carne ed ossa, come appunto Wallström. Le due Campagne hanno modalità e riferimenti istituzionali differenti, ma la sostanza è simile. La Lobby si rivolge alle Istituzioni con un pressante invito anche ai Partiti, in Italia abbiamo utilizzato lo strumento Costituzionale dell’iniziativa popolare. L’obiettivo principale di entrambe le Campagne, principale perché viene necessariamente prima di altro, è la sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Piuttosto, se c’è una differenza tra le due Campagne, per la verità poco conosciute entrambe in Italia, è il credito avuto presso chi compare nell’elenco dei sostenitori della Lobby! Basta andare su www.5050democracy.eu per una verifica immediata. Mi spiego: dalla fine del 2006, per tutto il 2007 e oltre, la Campagna UDI era ed è nota a nomi e cognomi italiani che aderiscono alla Campaign European. Che dirti. Confidiamo nell’Europa. E nella autenticità di intenti – se non di tutti, almeno della maggior parte - di donne e uomini italiani che nel 2008 sottoscrivono la EWL 50/50 Campaign for Democracy. Confidiamo in tutto questo alle porte delle Europee 2009. Allo stato, cambiare le regole sarà un’impresa titanica, pari solo ad una rivoluzione che avverrà quando le donne avranno la capacità di lavorare insieme. Insieme e diverse, per un futuro diverso.

Qualche formazione politica italiana potrebbe adottare il 50E50 nelle liste per le europee?

I metodi della selezione della classe dirigente sono purtroppo ancora inquinati da molta cooptazione. Non mi faccio molte illusioni. Chiuderei con un auspicio meno ambizioso, ma da non buttar via. Con l’aria che tira, già mi sembra tanto! Vorrei assistere ad una Campagna per le europee dove nessun Partito si senta autorizzato a titolarsi come paladino delle donne, vorrei non dover risentire la cantilena sull’eterno soggetto debole da tutelare, accanto a giovani, disoccupati, e perché no? meridionali! Vorrei una Campagna per le europee dove non si utilizza strumentalmente e ipocritamente proprio una Sentenza europea, nel tentativo di accreditarsi più vicini e sensibili ai “bisogni delle donne”. Già da alcune avvisaglie sulla equiparazione dell’età pensionabile, sembrerebbe che si stiano affilando le armi in tal senso. In mancanza di un progetto serio di futuro, si arranca sempre alla ricerca del consenso facile facile. Che dire, nulla di nuovo sotto il sole italiano. In fondo, su tutte una è la cosa più certa in campo elettorale: per tutti, per i maggioritari, per chi teme di non raggiungere il probabile quorum, per tutti, nessuno escluso, le donne sono soprattutto una cosa: il 50% più uno dell’elettorato. Ovviamente parlo di quello attivo. Quello che i voti li porta, ma non li prende.

Insomma, nessuna speranza nell’immediato?

Non è questione di speranza. Se vuoi, di lungimiranza. Sapevamo che la Democrazia Paritaria avrebbe trovato ostacoli ovunque e ancora per molto tempo. Ma la nostra strada è segnata e senza compromessi al ribasso. L’UDI ha 65 anni, le sue donne non avrebbero neanche cominciato molte delle loro battaglie, se avessero avuto pretesa e illusione (cose differenti dalla speranza, perché a differenza della speranza producono nevrosi e delusione) di vederne i frutti con i loro personali occhi. Non demordiamo e allo stesso tempo non resteremo deluse, perché siamo lungimiranti e indichiamo una meta.
Intervista rilasciata il 25 gennaio 2009

50E50…ovunque si decide, una campagna sempre viva
La campagna “50e50 …ovunque si decide” è stata lanciata dall’Udi agli inizi del 2006 allo scopo di colmare lo scarto esistente nel nostro Paese tra la reale presenza delle donne, la loro rappresentazione e la rappresentanza politica. Momento fondamentale, ma non esaustivo, di questa campagna è stata la raccolta - e la consegna al Senato, nel novembre 2007 - di 120mila firme a calce di una proposta di legge di iniziativa popolare - dal titolo “Norme di democrazia paritaria per le Assemblee elettive” - mirante a far sì che nelle liste per le candidature alle assemblee elettive ci sia un numero uguale di uomini e donne.

* a cura di

(10 marzo 2009)

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