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Dopo l’avere, c’è l’essere

Dopo l’avere, c’è l’essere

Leggere l’albero - Un papà preoccupato per la mancanza di giustizia nel nostro Paese

Baldassarre Bruna Lunedi, 07/02/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2011

Cara Bruna,

sono un avvocato di 41 anni, ho una bella famiglia, con una moglie che amo e un bambino piccolo. Nonostante sia soddisfatto della mia difficile professione, le condizioni attuali del nostro Paese mi impediscono di essere ottimista. Sono preoccupato per la mancanza di giustizia e per il mio bambino, soprattutto se penso alle sue prospettive future. Per favore, puoi analizzare il mio albero? Vorrei credere di sperare…



Un papà preoccupato



Caro Papà,

le tue righe sono toccanti, per la coscienza che fai trapelare, oggi solitamente dormiente, soprattutto

nella percentuale di persone che non ama guardare le cose per quelle che sono. La tua professione grida a quell’etica dimenticata da chi serve padroni inqualificabili per un sistema sociale che permetta agli esseri umani di essere onesti. La tua età segna anche il periodo della “grande morte”(Jung): in essa, si esprime allo stesso tempo, l’abbandono di una parte della personalità orientata verso l’esterno, mentre all’interno si esprimono altre forze demolitrici riguardanti il corpo fisico. Esiste il pericolo della routine che determina il senso di vuoto: occorre il coraggio di trasformare la visione critica dell’esterno in una visione critica del nostro intimo, per domandarsi quali siano i limiti, le capacità e le possibilità di azione: come recuperare ciò che si è lasciato indietro. Con i nuovi valori, i nuovi criteri s’impongono! La fase dell’avere (Fromm) è superata e inizia quella dell’essere, cioè tutto ciò che si è trascurato e che ancora si può fare per entrare bene nel quarantaduesimo anno, con la piena coscienza dell’Io. Il tuo albero è situato nella fase dell’equilibrio, ma anche dell’idealità. La linea di terra è necessaria per non fargli spiccare il volo… e il tuo cipresso è qualcosa di sacro, raccolto, che svetta verso il cielo, e che rivela la tua introversione, una sorta di solitudine - rifugio alle difficoltà. Sei schivo, meditativo, riservato, affidabile. Non vuoi dire nemmeno a te stesso i traumi della vita, ma i 26 emergono contro ogni resistenza. Il passato è presente come malinconia di fondo, verso un futuro tutto da costruire e solidificare. Per fortuna dei bambini che hanno padri come te, la speranza è l’ultima a morire, anche in un momento così difficile.



(7 febbraio 2011)

 

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