Donne vittime sulla strada

Sabato, 05/11/2011 - La ricerca condotta dalle due Università della Virginia in USA e di Navarra in Spagna ha confermato ulteriormente gli studi riguardanti il fatto che le donne al volante siano più “vittime” rispetto agli uomini. Lo studio è stato condotto secondo un metodo preciso: analizzando gli incidenti e verificando di conseguenza in che misura le donne ne fossero vittime.

I risultati, condotti su dieci anni d’incidenti negli Stati Uniti (1998-2008), hanno dimostrato come le donne subiscano danni gravi il 47% dei casi in più rispetto agli uomini. Tra le cause il poggiatesta non conforme alla struttura del collo femminile, soprattutto per le donne di costituzione medio-piccola; pertanto, ciò che dovrebbe aiutare e ridurre al minimo le conseguenze in caso di sinistro, diventa invece esso stesso causa di danni.

Tutto questo ha indicato come le macchine siano di fatto pensate, nella maggioranza dei casi, per essere guidate da uomini. La ricerca effettuata da Dipan Bose, Maria Segui-Gomez e Jeff R. Crandall ha quindi proseguito i vari studi fatti sull’argomento, rilevando però in maniera netta l’evidente pericolosità del design automobilistico per le donne.

Quest’informazione va ad aggravare ancor di più il quadro delineato da uno studio promosso nel 2009 dalla Fondazione Ania per la Sicurezza Stradale e dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna e curato dai ricercatori dell’Università Bocconi di Milano, dal titolo “Quando la strada ferma la corsa: il ruolo della donna”. Infatti, si era rilevato come le donne si trovassero comunque ad essere vittime di un incidente stradale, sia in maniera diretta che in maniera indiretta, poiché, in questo secondo caso, rivestono un ruolo fondamentale nei confronti della vittima del sinistro.



Insomma una discriminazione al contrario, e in questo caso, le donne hanno quasi la maggioranza. Un primato da non conservare, ma da abbattere drasticamente, su tutti i fronti di genere.



Piera Francesca Mastantuono

(5 novembre 2011)