Com'è triste pensare che a Padova alcune donne debbano travestirsi da uomo per evitare eventuali aggressioni nei loro confronti. Addirittura si è ricorso all'uso di barbe finte e cappelli calati sugli occhi per sfuggire a qualsivoglia tentativo di avvicinamento da parte degli uomini nelle zone dell'Arcella o del Portello. Si è scritto di giovani donne, di studentesse impaurite e indubbiamente colpisce il dato anagrafico delle vittime di questo clima di terrore. Sarà la loro età che impedisce di ragionare a mente fredda e conseguentemente di rivolgersi alle forze dell'ordine, oppure sarà la rassegnazione che si impadronisce delle loro menti e le induce a travestirsi da uomo? Se questa fosse la spiegazione di tale comportamento, il problema diventa, allora, più complesso: ritenere che la violenza di genere sia imputabile alla donna, ai suoi capelli, al suo abbigliamento, al suo modo di incedere, all'uso di atteggiamenti disinvolti. In questo caso e necessario adoperarsi per far recuperare a queste giovani donne l'autostima necessaria a farle vivere con un minimo di serenità i giorni a cui vanno incontro. Difatti, sempre più ci si imbatte in donne che in gruppo sono invincibili, perchè forti dei valori dell'aggregazione di riferimento, ma che individualmente hanno paura di sè stesse e delle loro capacità di affrontare in modo giusto le situazioni che quotidianamente si trovano a vivere. Le immagino mentre, davanti allo specchio, attaccano al viso una barba finta e capisco che la loro paura è sincera. Ma è proprio lì, in quel momento, che dovrebbe incominciare a venir su dalla pancia il coraggio di reagire e cercare altri strumenti per poter essere donne libere di uscire la sera, senza travestirsi da uomo. Se ,poi, il coraggio non viene su, allora dovrebbe intervenire la solidarietà di altre donne, che consenta loro di iniziare un percorso di consapevolezza su come riuscire a vivere sicure in casa, per strada, ovunque. Non riesco a pensare che solo le forze dell'ordine possano ridare tranquillità a quelle ragazze padovane, ma, se pure fosse così, spero che la loro paura non le impedisca di indossare abiti femminili al momento di varcare il portone di un commissariato.
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