Mercoledi, 27/04/2016 - Uomini e Profeti di sabato 23 aprile 2016
Buongiorno gentile signor Salvarani, eccomi a scriverle dopo aver ascoltata la sua trasmissione di Uomini e Profeti di sabato 23 aprile scorso su i rapporti tra le chiese e la situazione camorristica nel quartiere di Scampia a Napoli.
Ai microfoni, come spesso accade, eravate tutti uomini.
Chi vi ha ascoltati e non ha una diretta conoscenza della organizzazione della Camorra in quel quartiere cosa può aver capito? Che lì vivono circa centomila persone neutre che hanno rapporti attivi e passivi con la Camorra e la delinquenza organizzata simmetrici, uguali per donne e uomini. Ma non è così. E allora perché perdere una occasione come quella dell’ascolto della vostra molto seguita trasmissione per dire quello che solo pochi e poche riescono a dire e cioè che anche a Scampia vivono grossomodo tante donne quanti uomini ma che la Camorra non è costituita da un ugual numero di donne e di uomini? Questo bisogna dirlo e ridirlo fino a che verrà capito.
Su wikipedia alla pagina Camorra è riportato un elenco dei BOSS attualmente identificati dalle forze dell’ordine: 23 uomini e 1 donna, non 12 e 12 ma 23 uomini e una donna. Non auguro affatto quote rosa nelle formazioni criminali che sarebbe la vera sconfitta per tutti, ma rivendico quote rosa nelle informazioni. Bisogna dirlo.
Al microfono tra gli altri c’era Davide con la sua forte testimonianza: a 14 anni ingaggiato dalla Camorra (che continuo a scrivere maiuscola perché la riconosco come una organizzazione potente) a centinaia di migliaia di lire di allora al giorno, a 18 anni i crimini, le prime condanne, il carcere, la scoperta della storia di Davide, suo omonimo, nelle pagine della Bibbia, il suo allontanarsi dalla vita delittuosa per una lenta e irreversibile presa di coscienza. Bene signor Salvarani niente di questo percorso catartico sarebbe potuto succedere a una sorella di Davide nei modi in cui è successa a lui. Bisogna dirlo. Se non lo fa chi come lei tiene ad una giusta informazione chi lo farà? Lo so che spetta soprattutto a noi donne questo compito ed infatti eccomi qui a scriverle. Questa lettera la metto anche su la pagina online della rivista NOI DONNE aperta a tutti i contributi Le donne di Scampia non sono estranee alla Camorra ma vi partecipano in modi peculiari da descrivere e analizzare. Il numero di condanne/delitti/uso delle armi/posti di comando pro capite non è uguale per donne e uomini e bisogna dirlo. Una delle regole fondamentali per affrontare un nemico con la determinazione di sconfiggerlo è quella di conoscerlo, guardare da vicino nel quotidiano cosa succede come si intrecciano e separano nella vita di tutti i giorni i ruoli e le mansioni.
La prospettiva di vita per chi nasce a Scampia è totalmente diversa se nasce maschio o femmina. Bisogna non aver paura di capire che quello delle donne e quello degli uomini sono due popoli egualmente numerosi che vivono fianco a fianco ma in modi assolutamente diversi dalla mattina alla sera dalla nascita alla morte. La Guapparia allora, la Camorra, la Mafia oggi di questa coesistenza dei due popoli sono l’aspetto più eclatante. Sempre agli occhi di chi sia disposto a vedere alle orecchie di chi sia disposto a sentire. Con fiducia. Matilde Baroni
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