Mercoledi, 05/01/2011 - Kabul, tornano le leggi dei taliban
Legale lo stupro nel matrimonio
Karzai tenta così di avere dalla sua parte fondamentalisti islamici e sciiti filo-iraniani
L'allarme della Clinton: "Paese non si sviluppa se una metà viene oppressa"
Il presidente Hamid Karzai
KABUL - Malgrado la presenza di personale militare e civile straniero in Afghanistan, con l'Italia incaricata della ricostruzione del sistema giuridico del Paese, il governo di Kabul ha recentemente votato una legge (non ancora pubblicata) che rappresenta un duro colpo ai diritti delle donne afgane. Secondo fonti delle Nazioni Unite, la nuova legge legalizza lo stupro del marito nei confronti della moglie, obbliga le donne a "concedersi" al marito senza opporre resistenza, vieta loro di uscire di casa, di cercare lavoro o anche di andare dal dottore senza il permesso del consorte e affida la custodia dei figli esclusivamente ai padri e ai nonni.
Una situazione che ha provocato anche la reazione del segretario di Stato americano, Hillary Clinton: "I diritti delle donne in Afghanistan sono un motivo di "assoluta preoccupazione per gli Usa - ha detto - non si può sviluppare un paese se metà della sua popolazione viene oppresso".
Sul piano politico interno, la mossa del governo afgano rappresenta, secondo alcuni parlamentari contrari e molti gruppi umanitari, il tentativo del presidente Hamid Karzai di incassare il sostegno dei fondamentalisti islamici, in vista delle elezioni presidenziali di agosto. Secondo il quotidiano britannico Independent, il provvedimento di legge è frutto delle pressioni esercitate dall'Iran, che mantiene uno stretto legame con la minoranza sciita afgana.
"E' una delle peggiori leggi mai votate dal Parlamento in tutto il secolo - ha tuonato Shinkai Karokhail, deputata afgana impegnata a battersi contro la normativa - è totalmente sfavorevole alle donne e le renderà ancora più vulnerabili".
La Costituzione afgana permette agli sciiti, che rappresentano circa il 10 per cento della popolazione, di avere una legge sulla famiglia basata sulla giurisprudenza sciita tradizionale. Ma al tempo stesso sia la Costituzione che vari trattati internazionali firmati dall'Afghanistan garantiscono pari diritti alle donne.
E sulla vicenda, dalla Conferenza dell'Aja dedicata proprio all'Afghanistan, è intervenuto il ministro degli Esteri Franco Frattini: "Abbiamo detto a Kabul pubblicamente che questa legge sulle donne deve essere modificata o che comunque ci aspettiamo un segnale chiaro che una legge del genere non avrà mai la luce". In effetti, ha aggiunto, "non possiamo immaginare che mentre facciamo enormi sforzi per l'Afghanistan si passi un provvedimento che mortifica il ruolo delle donne". Frattini ha aggiunto che è stato chiesto a Karzai, se sarà confermato alla presidenza, di "correggere la legge".
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