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DONNE, TEATRO E UNITA’ D’ITALIA

DONNE, TEATRO E UNITA’ D’ITALIA

L' Associazione Culturale onlus “8 MARZO” di Albano Laziale ha presentato il Laboratorio teatrale “Adelaide Ristori” nella drammaturgia originale “Donne d’Italia in scena con Adelaide” di Sabina Barzilai spettacolo-saggio ad opera degli alli

Giovedi, 05/01/2012 - Donne, teatro e unità d’Italia. Questi i tre ingredienti fondamentali per la bella iniziativa messa in piedi ad Albano Laziale dall’Associazione culturale onlus “8 Marzo”. Si è voluto sperimentare un modo nuovo di cimentarsi con l’arte drammatica lavorando su testi e dialoghi che furono cari ad una delle attrici più brave e acclamate del nostro Risorgimento: Adelaide Ristori. E poco importa se tali testi non vengano interpretati da attori riconosciuti, perché il “Laboratorio teatrale Adelaide” ha lavorato con passione e professionalità, formando attori da dilettanti, capaci di reggere testi anche molto forti. Questo può riuscire solo se si sente, e se esiste ancora, l’amore e il trasporto per alcuni contenuti e valori che il palcoscenico trasmette: l’ardore e le passioni proprie delle giovani generazioni, vero tratto distintivo del Risorgimento italiano, per la propria terra e la propria nazione, la pari dignità e quindi il riconoscimento e l’esaltazione delle donne, l’impegno e la lotta per la giustizia, la ricerca continua della libertà.

A proposito di donne, con questo spettacolo teatrale l’Associazione culturale “8 Marzo” gioca in casa, perché da diversi anni ormai ha fatto dell’uguaglianza, della solidarietà sociale, delle problematiche femminili e della valorizzazione delle donne, il suo cavallo di battaglia. E’ sempre impegnata sul territorio per far in modo che vengano riconosciuti l’impegno e i diritti delle donne, la loro partecipazione all’organizzazione politica ed economica, sociale e culturale nel territorio dei Castelli Romani.

Quale migliore iniziativa allora, che far salire donne sul palcoscenico e metterle sotto i riflettori? Ed ecco allora i temi e i contenuti mescolarsi con la vita delle attrici che furono, con le artiste (tante) che vissero e operarono nell’Ottocento, il periodo del Risorgimento che portò all’unificazione italiana.

La storia purtroppo, sembra fatta sempre e solo dagli uomini, così come emerge dai testi scolastici e dai libri di storia, invece l’operato delle donne non ha nulla da invidiare a quello degli uomini. Le donne furono eroine, mostrarono un coraggio e una tempra in nulla dissimile a quelli degli eroi del Risorgimento, furono arrestate, boicottate, respinte, allontanate da una società ancora tutta austriaca, nella quale esse facevano sentire, e con forza, la loro voce, la ribellione e il dissenso. Furono impegnate come infermiere, come insegnanti nell’educazione di giovani e fanciulli, come scrittrici, giornaliste, poetesse, qualcuna prese addirittura le armi contro l’oppressore, infine furono impegnate come artiste e questo è il caso di Adelaide Ristori che dal palco spronò gli italiani a combattere per la libertà e cacciare gli invasori.

Ma allora, chi fu veramente Adelaide Ristori? Nata nel 1822 a Cividale del Friuli, entrò giovanissima a far parte della Compagnia Reale Sarda. Passata poi alla compagnia Moncalvo, a quattordici anni ebbe un memorabile successo recitando da protagonista la Francesca da Rimini di Silvio Pellico. Figlia d'arte e capace di recitare perfettamente in inglese e in francese, riscosse notevoli successi anche all'estero, ricevendo gli elogi di Cavour, che nel 1861 scriveva all’attrice, che doveva recarsi a Pietroburgo, una lettera di ringraziamento per i servigi resi alla diplomazia sabauda: "continui a Parigi il patriottico Suo apostolato… io applaudirò in Lei non solo la prima artista d’Europa, ma il più efficace cooperatore nei negozi diplomatici.”

La Ristori condusse tourneé in tutto il mondo dove ebbe modo di continuare il suo “apostolato patriottico” sensibilizzando l’opinione pubblica alla causa italiana. E così compì spesso azioni di propaganda nei teatri in cui si esibiva, in terra italiana ma ancora sotto il dominio asburgico o borbonico, come quando nel 1858 l’attrice fu espulsa da Venezia, perché aveva sollevato entusiasmi patriottici, recitando i seguenti versi della Giuditta:



“Il suo nome ai fanciulli imparata

sappian essi che è sacra la guerra,

se lo strania minaccia la terra,

che per patria l’Eterno ci diè.

Dio e patria son uno, son tutto

per noi figli…”



Regolarmente quindi, i suoi spettacoli venivano interrotti dalla polizia, perché dal palcoscenico lanciava slogan a favore dell'Italia e di Vittorio Emanuele II. In più di una occasione, eccezionali furono le misure di sicurezza prese dalla polizia borbonica per le sue rappresentazioni: il motivo si spiega con la consapevolezza che l’attrice “in vari luoghi d’Italia è stata d’eccitamento al popolo e alle idee di posizione di autonomia ed unità italiana” (il governo al Prefetto di polizia di Napoli, 1859).

La Ristori fu dunque particolarmente temuta dalla polizia degli stati preunitari, fino ad arrivare alla vera e propria censura. Il pubblico, che l’amava e l’acclamava in teatro, improvvisò anche manifestazioni a suo sostegno considerandola un’eroina. Adelaide Ristori non si lasciò mai intimidire dalla repressione poliziesca, ma continuò ancora a lungo a recitare e a coltivare i suoi molteplici interessi. Fondò la Società per l’istruzione della donna, prese parte alla Commissione giudicatrice delle produzioni drammatiche, si dedicò a diverse opere filantropiche. Nel 1847 aveva sposato il marchese Giuliano Capranica del Grillo, dal quale ebbe 4 figli; il matrimonio suscitò scandalo, perché a quei tempi gli attori e le attrici erano considerate persone ai margini della società. La Ristori non si separò mai dai suoi figli, riuscendo a coniugare bene il ruolo di sposa, madre e artista. Nel 1885 si ritirò dal teatro e, rimasta vedova nel 1892, passò il resto della vita occupandosi di assistenza ai bisognosi. Scrisse Ricordi e Studi artistici. Morì a Roma l’8 ottobre 1906 tra il compianto generale. Nel concludere i suoi Ricordi, così commentava il suo impegno degli ultimi anni a favore del mondo del teatro: "Ed ora addio! Non ho più che un dovere da compiere, quello di stendere una mano amica ai miei fedeli compagni d’arte, così a quelli che mi hanno seguita attraverso i due mondi, come a quelli che hanno contribuito alle nostre vittorie".

Lo spettacolo dell'Associazione Culturale onlus “8 MARZO” di Albano Laziale ha presentato il Laboratorio teatrale ispirato alla figura di “Adelaide Ristori” nella drammaturgia originale di Sabina Barzilai. Il titolo “Donne d’Italia in scena con Adelaide” è uno spettacolo-saggio ad opera degli allievi. Si è svolto sotto il patrocinio del Comune di Albano Laziale ed è rientrato nelle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

Conduttori del laboratorio sono Sabina Barzilai, regista dello spettacolo e presidente dell’Associazione Culturale Artemisia di Velletri, coadiuvata da Luigi Onorato, direttore artistico dell’associazione che ha collaborato in stretto contatto con l’Associazione culturale “8 Marzo”, promotrici nel favorire il reciproco scambio culturale e l’incontro tra esperienze diverse, nel collaborare e mettere insieme risorse ed energie.

Lo spettacolo prende spunto dal materiale tratto dalle memorie e dagli “Studi artistici” di Adelaide Ristori: una prova aperta dove si succedono, impostate secondo le indicazioni dell’attrice, tutte le scene più belle dei suoi “cavalli di battaglia”: Lady Macbeth di William Shakespeare, Maria Stuarda di Friedrich Schiller, Medea di Ernest Legouvé, le Smanie della villeggiatura e la Locandiera di Carlo Goldoni, Giuditta di Paolo Giacometti. Un divertissement senza velleità artistiche presuntuose, che vuole essere il punto di arrivo di un percorso di studio e confronto.



A cura di Loredana Massaro

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