Donne resistenti e libere sempre. Dal 1945 ad oggi con UDI
Inaugurata sabato 16 marzo la mostra fotografica di Sonia Lenzi, immagini scattate in occasione del 65° anniversario della fondazione dell'UDI, esposta presso gli spazi di Gomma Bicromata. Galleria delle Arti a Castel di Casio (Bologna)
Venerdi, 15/03/2013 - Le fotografie presentate in questa mostra sono state scattate dalla fotografa Sonia Lenzi in occasione del 65° anniversario della fondazione dell’UDI (Unione Donne Italiane - Unione Donne in Italia), associazione nata nel 1945 da quell’organizzazione politica al femminile che furono, durante la Resistenza, i Gruppi di Difesa della Donna. Un associazionismo femminile, quello nato dalla Resistenza, che ha fortemente caratterizzato le forme stesse e i contenuti dell’agire politico nella provincia di Bologna, grazie a un rapporto dialettico con le istituzioni locali e a un forte radicamento territoriale. L’UDI è, infatti, un’associazione femminile di massa che negli anni Cinquanta arriva a contare nel bolognese fino a 80.000 iscritte con molte segretarie elette nei consigli comunali di Bologna e provincia. La storia d’Italia, e quella bolognese in particolare, tra gli anni Quaranta e Settanta è stata scandita dalle battaglie di cui sono state protagoniste le donne dell’UDI in primis nel mondo del lavoro ma anche nell’ambito sociale e famigliare.
Due generazioni di donne dell’UDI sono rappresentate negli scatti che compongono questa mostra: quella delle resistenti e quella delle femministe.
Le prime sono nate tra anni Venti e Trenta nel pieno del regime fascista e molte di loro hanno militato attivamente nella Resistenza come staffette, gappiste, contribuendo alla fondazione dei circoli UDI della provincia dopo la liberazione. Tra queste Olga Prati, Giancarla Codrignani, Egle Tottoli, Fausta Luppi, Angiolina Guasconi, Eda Bussolari Marzocchi, Nerina Zucchini, Amedea Zanarini. Donne note e meno note, accomunate da quella “passione politica” che costituisce una costante dell’azione femminile, prima nella Resistenza e poi nell’Italia liberata. Una passione politica che nell’Italia del secondo dopoguerra queste donne esprimono militando in un’associazione femminile come l’UDI, votata all’emancipazione della donna. Lottano per il diritto al lavoro e per migliori condizioni di vita, contro le discriminazioni e per eguali diritti, per un sistema di servizi sociali a misura di donna e di bambino.
Le seconde sono nate negli anni Quaranta e Cinquanta e hanno iniziato a militare nell’UDI negli anni del femminismo, segnandone lo sviluppo fino agli anni più recenti. Tra queste Katia Graziosi, Alba Piolanti, Angela Poggi, Isa Ferraguti, Paola Pozzi, Bruna Bergonzoni, Carla Rodolfi. Queste donne, protagoniste dell’incontro tra l’associazione e i movimenti femministi, sono state testimoni e artefici del progressivo modificarsi negli anni Settanta del linguaggio e delle categorie interpretative dell’UDI. Lottano per le leggi sul divorzio, l’aborto, i consultori, il diritto di famiglia.
Emancipazione e autodeterminazione costituiscono le parole chiave che hanno contraddistinto due stagioni della storia dell’UDI, due generazioni di donne: le donne delle foto di Sonia Lenzi. Donne sempre resistenti e libere.
Eloisa Betti, assegnista di ricerca (Università di Bologna) e responsabile scientifico Archivio UDI Bologna
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