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Donne per la pace

Donne per la pace

Cindy Sheehan - "Da quando mio figlio è morto, non ho mai smesso di dare un senso al suo sacrificio".

Doriana Goracci Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2007

Cindy Sheehan, più nota come "Peace Mom" (mamma pace), è la madre di Casey, soldato ucciso nel 2004, all’età di 24 anni, a Baghdad. Simbolo del "no" alla guerra, ha annunciato con una lettera piena di indignazione e amarezza la sua intenzione di abbandonare la militanza attiva nel movimento pacifista americano.
"Da quando mio figlio è morto, non ho mai smesso di dare un senso al suo sacrificio". Ha detto Cindy Sheean, che nella sua lettera, fra l’altro, mette in discussione la subordinazione del movimento pacifista ai Democratici e il sistema bipartitico. Pubblichiamo una lettera ricevuta in redazione che ci parla di lei.

“Avevo conosciuto Cindy Sheehan con internet, era arrivato il suo messaggio di dolore e di rabbia con la velocità della rete. Ne ero stata trafitta come tante nel mondo. Anch'io sono contro la guerra, totalmente. Anch'io sono madre. C'era una differenza, lei il figlio lo aveva perso. La sua protesta e la sua lotta avevano una marcia in più e quel di più che aveva significato l'infinita perdita, lo ammetto mi era parso un magico antidoto per sedare quella paura atavica della perdita, della morte.
Per motivi diversi ma sempre dolorosamente uguali nella sottrazione, dal 2001, da Genova dove ho camminato per tre giorni, iniziai quella ricerca negli altri e in me di lotta all'omertà , alla menzogna accomodante e senza sosta ho fatto scelte piccole e grandi di vita, mi sono data e ho preso, conoscenza e memoria, speranza e riflessione, energia ed amarezza. Conobbi nel 2002 a Genova, un anno dopo, a piazza Alimonda la madre di Carlo Giuliani, conobbi nel luglio 2006 la madre di Federico Aldrovandi sempre là a Genova.
Cindy era in mezzo dal 2004, quando perse il figlio Casey, così lontana e così vicina. Sapevo come tutti delle sue lotte estenuanti, della sua capacità e della sua ostinazione, lei, antipolitica per eccellenza, chiara come nessuna, toccante senza nessuna sbavatura. In queste manciate di anni, stasera mi si affolla la mente delle migliaia di donne senza nome che hanno perso la vita, il loro compagno, i figli, le persone più care.
Mi si affolla la mente dei ricordi di quelle che ho avuto la fortuna di incontrare, che avevano un volto reale, madri della pace, donne curde, palestinesi, afgane, africane, turche, argentine, filippine, indiane, americane, cubane, venezuelane, israeliane, francesi, inglesi, spagnole, greche, tedesche, italiane e ancora ancora...
Non ho viaggiato per il mondo, sono stata a Parigi e ad Atene per due Social Forum, sono stata a Bruxelles una volta, per manifestare contro la Bolkestein, sono stata in Italia, nel mio paese, ho ascoltato le voci che mi arrivavano per la strada, al mercato, al lavoro, nella vita, ho letto i giornali, ho letto la posta in rete, ho guardato le immagini che oggi neanche arrivano più delle guerre quotidiane.
Le emozioni di queste donne sono state come le maree, alte-basse, flussi e riflussi, fragori di violenze e di sorrisi, silenzi sommessi di calme piatte e rantoli di risacca, forza inaudita delle tempeste, carezze di onde che arrivano stanche, ma arrivavano, sempre. Oggi è arrivata tradotta anche la lettera di addio di Cindy. Se ne va. Esce fuori dal sistema, come lei lo definisce.
Si è usata, è stata usata, da tutte e da tutti. Sembra rimanere tra le righe dei comunicati e delle notizie, solo la sua pazzia, quella folle lucida forza che l'ha spinta alla sfida dei signori della guerra. Ha scoperto di avere tanti amici e tanti nemici, ha scoperto le carte, il trucco di chi pensa possa contenere e mercificare il dolore di una donna.
Ho saputo della sua decisione da un messaggio di un uomo, che trova nella sua lettera tante questioni comuni all'Italia, sono ore che aspetto un comunicato femminile, femminista, per ora non c'è. Ci sarà magari nella notte, domani, nei prossimi giorni. Per ora ci sono io, che come una scema, continuo a scrivere e chiedo come far giungere a lei, a Cindy tutta la gratitudine per quello che ha insegnato, per quello che ci ha fatto sognare, per quello che ha reso possibile. Cindy ha messo a nudo tutta la corruzione e la devastazione del sistema globale, del paese mondo dove i nemici sono anche amici, dove si gioca a Mercante in fiera con la pace e la guerra, Cindy ha corso come un uragano, capace di correre e sparire.
Ma Cindy, passando, non ha fatto del male a nessuno, è solo stanca e passa il testimone. Grazie per averci fatto partecipi della tua vita e di non aver avuto paura. Ti definiranno una pazza, lo sei, sei malata d'amore, come solo una donna sa esserlo".
(7 giugno 2007)

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