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Donne nel 'pianeta' informazione. Come, quante, cosa...

Donne nel 'pianeta' informazione. Come, quante, cosa...

I dati dell'Osservatorio di Pavia sulla rappresentazione di genere nell'informazione in attesa del Prix Italia (22 settembre)

Lunedi, 07/09/2015 -
Il prossimo 22 settembre, all’interno dei lavori del Prix Italia, la Commissione Uguaglianza di Genere della Copeam (Conferenza Permanente dell’audiovisivo del Mediterraneo) organizza, in prima nazionale, la presentazione del 2015 del Global Media Monitoring Project 2015, il più vasto studio a livello internazionale sulla rappresentazione di genere nell’informazione di tutto il mondo e anche un’iniziativa volta a promuovere un cambiamento nella rappresentazione mediatica dell’universo femminile.

In attesa di conoscere i risultati definitivi, ancora in fase di elaborazione, l’Osservatorio di Pavia rende noti i dati di un interessante monitoraggio che rileva la quota di donne presenti nell’informazione dei telegiornali, come persone capaci di fare notizia e come giornaliste, nonché il loro ruolo e le loro caratteristiche socio-demografiche. (Chi fa (la) notizia in Europa)

Nato sul modello del GMMP il 17 gennaio 2011, l’Osservatorio Europeo sulle rappresentazioni di Genere, femminile e maschile, in TV analizza la visibilità delle donne e degli uomini in 15 testate giornalistiche di Italia, Francia, Germania, Inghilterra e Spagna.

A 20 anni dalla Conferenza Mondiale sulle Donne del 1995 a Pechino i dati presentati da Monia Azzalini, preziosa ricercatrice dell’Osservatorio di Pavia, confermano l’evidente difficoltà per i media d’informazione ma non solo, di garantire alle donne una rappresentanza bilanciata rispetto agliuomini.

Il mondo ritratto nei telegiornali dei cinque Paesi europei continua ad essere prevalentemente maschile: su 4.930 persone oggetto di notizia e/o intervistate le donne sono il 29%. Un risultato che segna il ritorno alle percentuali degli anni 2011 e 2012, dopo il 32% del 2013.

Si registra un incremento nei TG di Germania e Inghilterra, passati dal 22-23% al 30%: una “conquista” mantenuta dai tedeschi, con il 29% di donne nelle news nel 2014, ma persa dagli inglesi, che scendono a un 25% di presenze femminili. Superano il 30%, anche se leggermente in discesa, Spagna e Francia. Ultima l’Italia con il 24% di donne nelle news, con un punto in meno rispetto al 2013.

Nessuna sorpresa sulla presenza delle donne dentro la notizia: invisibili nelle notizie sportive e poco presentinell’informazione politica, con una rappresentanza media del 22%, che spazia dal 27% dei notiziari spagnoli al il 13% dei notiziari inglesi. In Italia e in Francia si arriva al 23%.

Per il resto le donne sono relegate perlopiù al ruolo di fonti comuni mentre gliuomini vengono interpellati in qualità di fonti autorevoli e prestigiose: le donne spaziano dal 49% al 37% come opinioni popolari, narratrici di esperienze, testimoni di eventi, ma solo per il 23% come esperte e opinion leader.

Come sempre, infine, le donne, in proporzione, fanno più notizia degli uomini in quanto vittime: il 9% del campione, esattamente come nel 2013, contro il 5% degli uomini.

Ma chi fa registrare un numero elevato di giornaliste, il più alto rispetto agli altri paesi, è l’Italia.

Le notizie dei TG italiani sono a cura di giornaliste nel 55% dei casi, quelli spagnoli nel 51%dei casi, nei francesi nel 48% dei casi. Nei telegiornali tedeschi sono coperti da donne solo nel 28% dei casi e quelli inglesi nel 23% con significative differenze a favore delle televisioni commerciali rispetto a quelle di servizio pubblico.

Tutto questo merita una breve riflessione. Sono anni, ormai, che le ricerche sulla rappresentazione e sulla rappresentanza femminile nei media segnano il passo. La ricerca da me seguita nel 1999 sui programmi di informazione della RAI e riportata nel volume: “Una, nessuna, a quando centomila?” presentava più o meno gli stessi risultati. Qualche anno fa, presentando un altro monitoraggio sugli stessi temi, la stessa Monia Azzalini ebbe a dire: se continuiamo così neanche tra 50 anni si raggiungerà l’agognata equa rappresentanza di genere. Possiamo ben dire che progressi se ne vedono pochi, tranne il significativo superamento del 50% nella realizzazione dei servizi da parte delle giornaliste italiane. Ottimo risultato, ma possiamo sostenere che se ne vedano le conseguenze sulla rappresentazione femminile nelle notizie? Come è uso dire di questi tempi, assolutamente no!

Attendiamo fiduciose la presentazione dei dati del GMMP il 22 settembre prossimo a Torino. Oltre cento paesi hanno partecipato alla ricerca. Con la speranza di qualche buona notizia. Vi aspettiamo.




Martedí 22 settembre 2015

Prix Italia - Torino


Presentazione in anteprima nazionale dei dati del Global Media Monitoring Project

a cura della Commissione Uguaglianza di genere COPEAM

 

PARTECIPERANNO

Monia Azzalini - Osservatorio di Pavia

Carmen Belloni - Presidente CIRSDE

Loredana Cornero - Relazioni Internazionali RAI 

Claudia Padovani - Universitá di Padova

Cecilia Robustelli - Gruppo linguaggio di genere CN Pari Opportunitá - Presidenza del Consiglio

 

 

Loredana Cornero, Presidente Commissione Uguaglianza di genere - COPEAM

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