Sabato, 18/06/2011 - La Legge sulle quote passata alla Camera giovedì con 71 voti favorevoli (centro sinistra), 54 contro (centro destra) e 16 astensioni, impone la presenza di un terzo di donne nei consigli di amministrazione delle imprese pubbliche e delle società quotate in borsa. Per entrare in vigore deve ancora essere adottata in Senato. Per le imprese pubbliche entrerà in applicazione tra un anno. Ogni volta che un mandato giungerà a termine chi andrà a sostituire l’amministratore uscente dovrà essere una donna, fino al raggiungimento della quota di un terzo richiesta dalla nuova Legge.
Le grandi imprese avranno cinque anni di tempo per mettersi in regola. Il testo adottato prevede come sanzione in caso di non rispetto dell’obbligo la sospensione di tutti i privilegi finanziari o altro per tutti gli amministratori in attesa che la composizione del consiglio di amministrazione sia conforme alla Legge. Le PMI quotate in borsa e le società di cui solo la metà delle azioni lo sono devono mettersi in regola entro otto anni. La valutazione del nuovo strumento legale sarà effettuata tra dodici anni. Il Belgio si colloca ora nel gruppo dei Paesi europei, come la Norvegia e la Francia, che hanno deciso di diversificare la composizione dei consigli di amministrazione delle imprese. La Norvegia è stato il primo Paese al mondo ad imporre nel 2004 di riservare per le donne almeno il 4O% delle poltrone nei consigli di amministrazione delle grandi imprese, con minaccia di smantellamento in caso contrario. Il tema della femminilizzazione negli organismi dirigenti viene affrontato e dibattuto in ambito europeo, in particolare in sede di Commissione e di Parlamento con l’obbiettivo di rendere gli alti luoghi del potere economico più efficaci ed equi.
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