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Donne informate sui fatti

Donne informate sui fatti

Il giallo - Dall’ultima opera letteraria di Carlo Fruttero, un thriller dal linguaggio terso e preciso

Mirella Caveggia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2009

Dall’ultima opera letteraria di Carlo Fruttero, un thriller dal linguaggi terso e preciso intitolato “Donne informate sui fatti”, il regista Beppe Navello ha tratto un colorito e divertente mosaico teatrale. In scena alla Cavallerizza Reale di Torino fino al 29 marzo (ma riprenderà la stagione prossima), lo spettacolo raduna ai fini della solita indagine sette donne intorno al cadavere di una bella rumena, un’ex prostituta che si è riscattata sposando un banchiere altolocato. Sono una bidella, “sfasciata spiona”, che cercando cicorietta per la zuppa ha scoperto il corpo senza vita in un fosso presso gli stabilimenti della Fiat, una barista “disinvolta”, una giornalista del canale “Teleschifo”, una carabiniera, la migliore amica della vittima e sua figlia (che contengono il lusso con sabauda discrezione), la volontaria in un centro di accoglienza e una decrepita contessa padrona di un castello, dove fra una partita a golf e una cena di club esclusivi si incontra senza clamori la bella gente. L’eterogeneo drappello rende una serie ingarbugliata di testimonianze. Una dopo l’altra e a più riprese, le donne “informate sui fatti” appaiono e scompaiono per fornire particolari, ipotesi, giudizi e pettegolezzi. L’apporto frammentario, spesso contraddittorio e deviante, mette in luce poco alla volta il perbenismo che avvolge una società doubleface vestita di ipocrisie e tutt’altro che integerrima. Si scompone e si ricompone il quadro offrendo momenti di lettura diversa di uno stesso episodio o di personaggio o di una circostanza, mentre la matassa si aggroviglia sempre di più. Fino a che i nodi si sciolgono e appare inattesa ma non troppo, la verità.

La trasposizione ha rispettato affettuosamente l’arguzia dell’autore e la precisione cristallina del suo linguaggio dai connotati letterari, ma anche aderente agli accenti e ai tic del nostro. Al regista, che ha lavorato molto e con un filo di trepidazione, Carlo Fruttero, l’autore ultraottantenne dalla sua casa nel Grossetano ha mandato prima della prima un messaggio augurale. Il debutto è stato felice. Ed è riuscito l’accostamento di tante attrici provenienti da esperienze diverse: cabaret, cinema, tv, teatro di ricerca. Ognuna con il suo stile, ma unificate da una regia accurata e dai costumi retrò e spiritosi di Brigida Saceroti, sono state tutte brave: Tiziana Catalano e Luisa Tamietto (le note Suburbe), Romina Mondello Maria Alberta Navello, Daniela Poggi Patrizia, Zappa Mulas, Erika Urban, e la voce registrata, tremula e perentoria di Franca Valeri, la vecchia contessa che si vede di spalle, lassù in alto, fra luci diffuse e veli.



(24 marzo 2009)

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