"DONNE IN TV E NEI MEDIA: UN NUOVO CORSO PER L'IMMAGINE FEMMINILE". Se ne parla giovedì 15 a Roma in occasione della presentazione dell'appello lanciato da key4biz.it per ottenere un nuovo Codice di Regole rispettoso dell'immagine femminile
Lanciato a fine novembre attraverso internet è poi diventato una lettera aperta inviata alle Istituzioni con la richiesta di affrancare definitivamente l'uso rispettoso dell'immagine femminile nei media.
L'iniziativa ha raccolto attraverso la Rete il sostegno di centinaia di donne impegnate nei più diversi settori della società civile, ha raccolto i loro pareri e le loro considerazioni, indicando precisi obiettivi e altrettanto puntuali richieste.
Un'attenzione particolare sul servizio pubblico, con una proposta di emendamenti al contratto scaduto a dicembre 2009, per rappresentare la vita reale delle donne, difficoltà e successi compresi; la richiesta di un codice di regole sui media in generale, simile a quello di cui si sono dotati gli altri Paesi dell'Unione Europea, la costituzione di un Comitato in grado di garantirne il rispetto, sono tra le proposte principali oggetto dell'iniziativa.
L'Appello è stato rilanciato dalla campagna disseminata sul web da key4biz.it, dove tuttora è possibile sottoscrivere la propria adesione a donnetv@key4biz.it, ed ha aperto un vivacissimo dibattito nella Rete.
I primi risultati sono arrivati.
La particolare attenzione che la Commissione per il rinnovo del Contratto di Servizio Rai ha dedicato in generale alla qualità del servizio pubblico e in particolare alla rappresentazione della donna, testimonia l'opportunità della proposta di emendamenti sostenuti dalle firmatarie.
L'insieme delle proposte sottolinea l'esigenza di offrire alle giovani generazioni modelli di riferimento non stereotipati della femminilità e di saper raccontare le straordinarie risorse cui l'intera società può attingere dal contributo dell'emisfero femminile.
La prima risposta ai temi sollevati dalla campagna è giunta dalla Presidenza della Repubblica e conferma l'allineamento delle tematiche promosse ai principi costituzionali, un prerequisito indispensabile per rimuovere gli ostacoli che di fatto impediscono ancora il realizzarsi della piena parità tra gli uomini e le donne.
Ma le riforme hanno bisogno della volontà necessaria per renderle operative. In che modo avviare dunque un nuovo corso nell'impiego della figura femminile, a partire dal servizio pubblico?
E come intraprendere il percorso per dotare anche l'Italia di un Codice di regole, simile a quello adottato negli altri Paesi dell'Unione Europea?
"DONNE IN TV E NEI MEDIA: UN NUOVO CORSO PER L'IMMAGINE FEMMINILE"
Informazioni: donnetv@key4biz.it
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Testo dell’appello
Al Presidente della Repubblica, On. Giorgio Napolitano
Al Presidente della Rai, Dr. Paolo Garimberti
Al Presidente dell’Agcom, Prof. Corrado Calabrò
Al Presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza,
On. Sergio Zavoli
Al Ministro dello Sviluppo Economico, On. Claudio Scajola
Al Vice Ministro delle Comunicazioni, On. Paolo Romani
Al Ministro delle Pari Opportunità, On. Mara Carfagna
Signor Presidente, Signorie Vostre
In occasione del prossimo rinnovo del Contratto Nazionale di Servizio della Radiotelevisione, chiediamo vivamente di porre la massima attenzione sul tema della rappresentazione delle donne in tivù. Da più parti della società civile emerge con crescente urgenza la necessità di un nuovo corso per la figura femminile nelle trasmissioni radiotelevisive ma esso, tuttavia, stenta a trovare un terreno concreto di sbocco.
Il dettato dei principi costituzionali, in particolare all’articolo 3, 51, e 117, è chiaro: “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Il servizio pubblico, per primo, potrebbe svolgere un ruolo specifico nel rimuovere l’ostacolo prodotto di fatto da una visione parziale dell’immagine femminile, promuovendo una rappresentazione rispettosa della dignità umana, culturale e professionale delle donne. A tal fine condividiamo e intendiamo sostenere le proposte contenute nell’appello della responsabile dell’Osservatorio Direttiva Servizi di Media Audiovisivi del Dipartimento Comunicazioni, Gabriella Cims, come appreso dagli organi di stampa, (appello pubblicato su Rainews24 del 29/11/2009: “Solo la bellezza fa audience?”), e discusso recentemente nei dibattiti pubblici promossi anche dal CPO dell’Enea e dal CPO del Ministero dello Sviluppo Economico.
Chiediamo pertanto:
• che il servizio pubblico trasmetta programmi ad hoc sulle questioni della vita reale delle donne, offrendo all’immaginario collettivo una maggiore completezza e pluralità di modelli di riferimento della femminilità;
• che il Contratto di Servizio venga emendato, -proposta allegata- poiché la versione in vigore palesa più di un punto debole sotto questo profilo. Basti osservare che non vi è un solo articolo o comma dedicato specificatamente ai temi delle pari opportunità e che la violenza sulle donne è una vistosa “assenza” nella programmazione sociale, (art. 8 comma 6).
• l’adozione di un Codice di Autoregolamentazione Media e Donne e l’insediamento di un Comitato ad hoc che ne monitori l’effettiva applicazione nell’ambito dell’emittenza e dei media in generale. Ciò avvicinerebbe l’Italia agli altri Paesi Europei che già da diversi anni hanno varato iniziative simili, come rilevato dal Libro Bianco del Censis, "Women and Media in Europe".
Confidando che alla più partecipata riflessione, si affianchi alla nostra voce il significativo Vostro contributo,
vogliate accogliere i sensi della nostra più alta stima.
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