Domenica, 13/03/2011 - “La mimosa e il gelsomino. Le donne e il web nelle piazze del mondo arabo” è il titolo del convegno organizzato da COPEAM e GIO (Osservatorio interuniversitario sugli studi di genere) con il Patrocinio della Provincia di Roma, Commissione delle Elette per mercoledì 16 marzo 2011 presso l’Aula Magna del Rettorato, Università Roma Tre (ore 15:00). Queste le relatrici Francesca Brezzi (Presidente GIO), Loredana Cornero (Relazioni Internazionali RAI / Presidente Commissione Donne COPEAM), Francesca Maria Corrao (Professore Ordinario di lingua e cultura araba alla Università Luiss), Feten Fradi (Comunità tunisina / COPEAM), Carolina Popolani (Documentarista), Iman Sabbah (Giornalista Rainews24), Yasemin Taskin (Giornalista del quotidiano turco Sabah), con la testimonianza esclusiva di Sondès Ben Khalifa (Giornalista Radio Tunisienne)
Nell'intervista Loredana Cornero spiega il senso dell’iniziativa.
Abbiamo visto tante donne tra i manifestanti nelle piazze e nei recenti moti di liberazione nel mondo arabo. Questo convegno nasce proprio dall'osservazione di queste donne e dalla necessità di comprendere quale ruolo abbiano avuto effettivamente nei movimenti dei vari Paesi. A quali interrogativi volete rispondere?
Le rivolte popolari che hanno scosso e stanno scuotendo il Maghreb, l’Egitto, la Libia e tanti altri Paesi arabi, oltre a costituire una svolta epocale nelle forme di partecipazione civile e di contestazione politica ai regimi autoritari arabi, pongono in primo piano il ruolo sempre più preminente delle donne nelle rivendicazioni di cambiamento sociale e civile nel mondo arabo.
Abbiamo visto le donne a capo dei cortei, intonare gli inni e i canti di liberazione, fronteggiare le forze militari, sfidare il coprifuoco imposto dall’autorità. Ma sono anche protagoniste della comunicazione e dell’informazione. Come testimoni dirette degli eventi tramite l’uso dei nuovi media, forniscono un apporto fondamentale alla documentazione e alla controinformazione su una pagina storico-politica di una parte del mondo arabo destinata a segnare il futuro di intere popolazioni. A fronte di tutto ciò ci siamo chieste chi sono queste donne, cosa le ha spinte a scendere nelle piazze e a riprendersi in mano la loro vita? Quali aspettative ripongono nelle sollevazioni popolari dei loro paesi? Quanto questa ondata di proteste davvero rappresenta una spinta propulsiva per il miglioramento della condizione femminile nel mondo arabo?
Un altro tema che vogliamo intrecciare a questo è quello dell’uso dei nuovi strumenti di comunicazione, cellulari, chat, social network, Facebook, Twitter, Youtube, alternativi ai media governativi. Abbiamo visto quanto siano stati e siano ancora centrali nella contro informazione e nella comunicazione tra loro e con il mondo esterno. Quale uso ne fanno le donne, come le ragazze si sono impossessate dei nuovi media?
Come COPEAM che tipo di relazione avete maturato nel tempo con queste donne e con le varie realtà del Mediterraneo?
Ogni anno la COPEAM, Conferenza permanente per l’audiovisivo mediterraneo www.copeam.org , tiene la sua assemblea generale in uno dei paesi mediterranei, quest’anno si terrà a Cipro. In quell’occasione si riunisce la Commissione Donne, che fa il punto sul lavoro svolto nell’anno e coordina le iniziative per l’anno a venire. Ai lavori partecipano tantissime donne di tutti i paesi, portando la loro esperienza e il loro lavoro, con uno scambio di informazioni e di contatti preziosissimo. Da due anni inoltre la Commissione Donne è impegnata sul rapporto tra donne e nuovi media, il cui uso offre possibilità di comunicazione semplici e dirette, basti pensare alla forza del documentario “Il corpo delle donne” in rete, alla chiamata alla mobilitazione del 13 febbraio u.s. o alla grande rilevanza assunta durante le rivolte del mondo arabo cui stiamo assistendo.
L’8 marzo del 2009 abbiamo lanciato una campagna di riflessione sulla rappresentazione delle donne nei nuovi media, chiedendo alle donne di condividere le best practice nel settore con reportage, promo, cortometraggi, iniziative, per sviluppare una riflessione costruttiva sul tema della rappresentazione femminile sui nuovi media. Abbiamo aperto un profilo Facebook, “Femmes Méditerranéennes” e sollecitato “amici e amiche” a pubblicare video, sondaggi, articoli, opinioni su temi legati alla situazione femminile nella loro regione e, in particolare, nel settore dell’audiovisivo. Quasi il 62% degli amici è della sponda sud del Mediterraneo, di quella nord neanche il 39%, mentre all’inizio la partecipazione era equamente divisa a metà. Tante le differenze tra le due sponde anche sull’uso dei social network.
Le donne della parte sud sono impegnate nella vita e nel sociale, utilizzano gli strumenti a loro disposizione per far circolare idee, messaggi, articoli, recensioni di libri e film. Partecipano attivamente ai forum di discussione con post che assomigliano ad articoli, più che brevi frasi da chat. Le giovani europee tendono ad utilizzare Facebook come "passatempo": partecipano ai quiz e alle attività "ludiche" proposte dalla piattaforma, pubblicano foto della propria vita privata.
A chi vi rivolgete in particolare con questo convegno?
L’incontro, organizzato in collaborazione con l’Osservatorio interuniversitario di Genere, si svolge non a caso presso l’aula magna del Rettorato dell’Università di RomaTre. Ci vogliamo rivolgere in primo luogo ai ragazzi e alle ragazze, agli studenti e alle studentesse perché sono loro che rappresentano il nostro futuro e perché sull’altra sponda del Mediterraneo sono il loro coetanei e le loro coetanee che stanno mettendo in gioco la loro vita per la libertà e per la dignità di tutti.
Un’ultima parola sul titolo dell’incontro: la mimosa e il gelsomino...
Abbiamo voluto unire il fiore simbolo della giornata della donna, per significare che l’8 marzo per noi dura tutto l’anno, con il gelsomino, simbolo della Tunisia, che in senso traslato, è diventato il simbolo della rivolta delle giovani generazione e delle donne nei Paesi arabi.
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