Lunedi, 17/02/2020 - Il presidente della Repubblica Mattarella, con il suo allarme sul futuro del nostro Paese, messo a rischio dal calo delle nascite, e con il suo invito ad assumere ogni iniziativa possibile per invertire la rotta, ha dato materia di confronto nel mondo della politica. Una risposta è arrivata dal Presidente del Consiglio Conte, che ha incaricato il Ministro dell'Economia Gualtieri di inserire misure a sostegno della famiglia nella legge sulla Riforma Fiscale che verrà presentata in aprile, e dalla Ministra delle pari opportunità e della famiglia, Elena Bonetti (Italia viva) con l'annuncio di una serie di misure in stadio avanzato di messa a punto: un assegno bebè universale fino ai 18 anni per tutti i nuovi nati in Italia e rimborsi e defiscalizzazioni delle spese per l'educazione. Ma la Ministra Bonetti proprio in questi giorni è stata oggetto di una lettera firmata da 17 donne del Partito Democratico che la invitano a fare di più, a non limitarsi a studiare gli aiuti di sostegno alla famiglia ma ad impegnarsi maggiormente contro la violenza di genere, se vuole sostenere davvero la causa delle donne. La lettera è stata al centro di polemiche accese nei rapporti già tesi tra Partito Democratico e Italia Viva, lo stesso PD l'ha declassata a iniziativa personale e l'appello del Partito è stato in pratica quello di non dividersi tra donne. Ma, per sostenere la famiglia, come invita caldamente a fare il Presidente Mattarella, e per combattere la violenza di genere, come invita a fare la lettera delle 17 Dem, bisogna fare molto di più di quello che si sta facendo? Sicuramente bisogna fare di più, sostiene Valeria Valente (DP e Presidente della Commissione di inchiesta sul Femminicidio e ogni violenza di genere) soprattutto occorre convincersi che se si vuole che aumenti la natalità occorre dare più forza, autonomia e sicurezza alla figura femminile. Le statistiche dimostrano, dice la senatrice Valente, che nei paesi dove l'occupazione delle donne è più alta la natalità è anche lei più alta. Dove le donne sono più libere e autonome i figli arrivano di più. Quindi ben vengano tutti i sostegni e gli aiuti alla famiglia, ben vengano i bonus bebè e gli asili nido ma occorre anche che la donna sia messa nella condizione di condividere il carico familiare, condivisione alla pari con la figura maschile. E qui occorre operare un salto culturale, ancora lontano, sulla dignità della figura femminile e sul suo diritto alle pari opportunità nel lavoro e nella vita sociale. Quel salto culturale che sarebbe la prima arma contro la violenza e il femminicidio dato che ancora oggi, ricorda la senatrice Valente, c'è chi pensa che la donna vittima di violenza "se la sia cercata". Di questi temi si occupa la Commissione di inchiesta presieduta dalla senatrice e che sta mettendo a punto delle relazioni da presentare al Parlamento dopo aver svolto in parte l'indagine che le è stata assegnata sul femminicidio e la violenza di genere. Una prima relazione è praticamente pronta, sarà consegnata a marzo e riguarda in particolare i Centri antiviolenza ed i flussi di denaro a cui hanno diritto e di cui hanno bisogno per operare ma che sono erogati male, a singhiozzo e senza certezze. Una seconda relazione dovrebbe essere consegnata prima dell'estate e riguarda il tema dell'affido dei minori e delle accuse di alienazione parentale. Ne parleremo quando saranno rese pubbliche, ma intanto la commissione lavora anche sulle responsabilità dei media e delle scuole di ogni ordine e grado nella svalutazione dello specifico femminile. Problema considerato fondamentale nella lotta contro la violenza di genere visto che le recrudescenze delle pene e le norme repressive non hanno dato e non danno risultati soddisfacenti. La politica ha i suoi compiti e responsabilità nel varare le leggi per il rispetto della donna ma se non si riesce a calarle nelle scuole, nei media e quindi nella educazione familiare, i risultati non ci saranno. Come dimosta anche l'impennata degli ultimi femminicidi: sei in sette giorni.
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