Lunedi, 04/07/2011 - Nella Commissione Ambiente della Camera, l'opposizione è in fermento dopo che 26 milioni di Italiani si sono pronunciati con il SI
affinché l'acqua resti un bene comune e non venga affidata ad un libero mercato che su un servizio essenziale per la vita farebbe
ricadere interessi di bottega.
Da tempo infatti l'opposizione ha depositato dei Disegni di legge che trattano proprio del dovuto controllo su tutta la gestione dell'acqua,
dalla sua abduzione nelle case, fino al suo smaltimento nelle fogne. E in Commissione Ambiente della Camera era cominciata la discussione sui vari problemi connessi a tariffe, depuratori, fognature e via di seguito. Poi l'esame, come spesso avviene, si era fermato per fare
spazio a provvedimenti giudicati più urgenti , ma ora l'opposizione, e in particolare l'on Raffaella Mariani, del PD premono affinché l'esame
riprenda e con la determinazione di arrivare davvero alla complessiva riforma del sistema di gestione dell'acqua. A creare allarme,
nell'opposizione, è stato il fatto che con il decreto Sviluppo si sta dando il via ad una Agenzia che dovrebbe regolare il mercato
dell'acqua ma che, dice l'on Mariani, non è assolutamente nel solco tracciato dal responso referendario. Innanzitutto perché si tratterebbe
di una Agenzia controllata dal Governo e quindi priva delle garanzie di imparzialità che fornirebbe invece una Autorità indipendente, e
poi perché il problema acqua verrebbe così affrontato non prendendo il toro dalle corna, ma iniziando dalla coda. Se si vuole affrontare
responsabilmente il problema, dice la Mariani, smettiamo di pensare che i problemi richiedano qualche nomina per essere affrontati e cominciamo a esaminare innanzitutto perché la gestione dell'acqua é in crisi e cerchiamo di definire una normativa organica, una sorta di legge
quadro, per dare trasparenza ed efficienza di servizio a tutto il sistema. Il Governo per ora non sembra troppo sensibile alle richieste
che l'opposizione fa, forte anche dell'esito del Referendum. L'istituzione dell'Agenzia non è stata cancellata dal Decreto: "un
brutto segnale" dice la Mariani che ora si batte sul versante della Commissione Ambiente perché almeno con la ripresa dell'esame dei
provvedimenti depositati si dia un segnale di attenzione nei confronti della volontà popolare.
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