Venerdi, 23/09/2011 - SPAZI VERDI: una legge che piace alle donne ma che è in pericolo.
Non è un mistero per nessuno che per la nostra salute è necessario che le città siano fornite di adeguati spazi verdi dove l'aria
inquinata possa ossigenarsi ed è altrettanto ovvio che per la sana crescita dei bambini occorre che possano correre e giocare nell'erba, tra piante ed alberi. La camera ha varato il 20 di Settembre un provvedimento che piacerà molto a tutti noi, oltre che agli
ambientalisti...ma, c'è un grosso ma: la legge è talmente bella che potrebbe finire in un binario morto. La storia ci viene spiegata da una deputata del PD della Commissione Ambiente, Carmen Motta, che si è molto battuta per questo provvedimento e che quindi ora ne parla preoccupata. E' successo che la legge sulle aree verdi urbane nasce su iniziativa del Governo (Ministro Prestigiacomo) e malgrado fosse basata su buoni intendimenti all'opposizione era sembrata insufficiente, più di facciata che di sostanza. La legge prevedeva infatti che fosse maggiormente solennizzata l'annuale Giornata degli Alberi nelle Università e scuole, prevedeva la creazione di un Comitato Ministeriale per monitorare la promozione, da parte dei Comuni, di aree verdi; prevedeva che si salvaguardassero gli spazi verdi storici, i cosiddetti alberi monumentali. Ma all'opposizione sembrava troppo timida nel promuovere l'incremento del verde. Nell'iter parlamentare si è quindi imposta, tramite l'inserimento di emendamenti, la messa in dimora di un albero entro sei mesi dalla nascita o dall'adozione di un bambino, si è previsto un corrispettivo di verde per ogni abitante, e fondi per permettere che nelle nuove costruzioni le coperture non siano rappresentate solamente da tetti ma anche da spazi verdi pensili. Tutte cose che costano ma che le opposizioni, fiancheggiate in alcuni casi anche dalla maggioranza che non sempre era presente in aula in numero sufficiente a contrastare l'approvazione degli emendamenti, è riuscita a far inserire nel testo che la Camera ha poi approvato in formazione bipartisan. Ma il Governo che farà? Ora il provvedimento deve tornare al Senato e la preoccupazione, non isolata, dell'on. Motta è che questo provvedimento, diventato più costoso del previsto, finisca in un binario morto. Le speranze si concentrano quindi sulla forza e sul piglio deciso di un'altra donna in Parlamento: il Ministro Prestigiacomo che, come donna e mamma, potrebbe dimostrarsi battagliera nell'imporla a eventuali recalcitranti colleghi di Governo, avendo a fianco le donne della sua maggioranza e anche quelle
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