Mercoledi, 29/10/2014 - In questi giorni si parla tanto degli 80 euro che Renzi, da Gennaio, vorrebbe entrassero nel budget delle neo mamme italiane. Ma non si parlò altrettanto e ora non si parla assolutamente più degli incentivi economici che una ministra tanto criticata, la Fornero, mise a punto per aiutare nella carriera le donne che spesso, per accudire il bambino neonato, danno uno stop alla carriera chiedendo il congedo parentale di 6 mesi che, a stipendio ridotto, può essere ottenuto al momento del rientro al lavoro dopo l'assenza obbligatoria per maternità.
La Fornero pensò (e le donne parlamentari furono d'accordo) che, se aiutate economicamente per pagare asili nido o baby-sitter, molte neo-mamme avrebbero evitato volentieri di assentarsi per mesi dal lavoro. Le parlamentari approvarono con molta soddisfazione questa iniziativa anche perché sembrava portare un po' di ossigeno in una legge di riforma del lavoro che creava forti scontenti, anche tra le donne. Ma non pare che sia andata proprio così bene. I bandi che l'Inps mette in rete periodicamente, per far usufruire dei 300 Euro mensili che per 6 mesi continuativi o frazionati possono essere devoluti a lavoratrici madri dipendenti o iscritte alla gestione separata, non vengono utilizzati pienamente, contro tutte le aspettative.
Eppure dovrebbero fare comodo a tante donne, perché i voucher per pagare le baby-sitter potrebbero essere utili anche a chi utilizza genitori servizievoli o asili nido privati....infatti anche in questi casi più fortunati si può sempre incorrere in malattie che mandano all'aria l'organizzazione programmata e rendono indispensabile l'aiuto di una baby-sitter.
Allora, perché la "povera" Fornero, anche quando si è messa d'impegno per aiutare le donne nel lavoro non è stata capita? Un breve sondaggio fatto presso nidi pubblici e privati dimostra che di questi voucher poche mamme sono a conoscenza. Perché? Innanzitutto perché è mancata una informazione puntuale, semplice e capillare nei luoghi canonici frequentati dalle neo-mamme (studi pediatrici, consultori, negozi per bambini, municipi dove si iscrivono i bimbi a scuola, scuole, ospedali, radio e tv...). Poi, forse, anche perché manca una mentalità moderna che fa scoprire, attraverso Internet, quanto messo a punto dai Ministeri e dagli Istituti di Previdenza. Infatti è attraverso il sito web dell'INPS (www.inps.it) che si può avere una informazione puntuale sui bandi che annunciano i finanziamenti predisposti e i tempi e le modalità di presentazione delle domande da parte delle lavoratrici madri, nonché le informazioni relative alla procedura concorsuale e gli adempimenti conseguenti alla formazione della graduatoria. Ed è soltanto attraverso il sito istituzionale dell'INPS che possono essere presentate le domande par accedere ai 300 Euro mensili che, per un periodo massimo di 6 mesi continuativi o frazionati, l'Inps devolve per pagare la retta di nidi pubblici o baby sitter. Finanziamenti che sono stati previsti, in via sperimentale, per il triennio 2013-2015 e che è facile prevedere che saranno sospesi, se l'interesse delle neo-mamme continuerà a scarseggiare! E le parlamentari, come l'on. Gnecchi che tanto si adoperò per approvare i baby- voucher, sono questa volta deluse non dalla politica del Governo, ma dalla scarsa attenzione della platea sociale femminile.
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