Lunedi, 28/01/2013 - DUE DONNE CHE HANNO DETTO ADDIO ALLA POLITICA
Si contano sulle dita della mano i Parlamentari del PD che in questi giorni non stanno partecipando alla campagna elettorale in prima
persona,per interesse personale, ma hanno fatto un passo indietro in nome della opportunità di rinnovare e svecchiare il drappello di
Deputati e Senatori della sinistra. E le donne qui fanno una bella figura perchè percentualmente, anche se pochissime, si sono dimostrate meno attaccate alla poltrona dei loro colleghi uomini.
Alla Camera due nomi di Deputate mancano all'appello dei candidati e sono due donne diversissime tra di loro. C'è Livia Turco, una Parlamentare di successo che è stata 25 anni in Parlamento ricoprendo anche la carica di Ministro nei Governi Prodi e Lucia Codurelli che si definisce "di umili origini e che ama stare e combattere con gli umili" e che in Parlamento è' stata solo 7 anni preferendo ora ritirarsi a vita privata malgrado gli appelli a restare. Tutte e due hanno un tratto in comune, non hanno fatto il passo indietro per opportunità politica, ma in seguito ad un percorso anche di sofferenza personale legato al degrado della politica e del rapporto con la società.
Livia Turco ammette che non è stata una scelta facile ma ad un certo punto, due anni fa, ha deciso di dire BASTA ad un gioco al massacro iniziato con la polemica sulla "casta" e che si è concluso mettendo tutti sullo stesso piano: parlamentari di buona volontà e parlamentari banderuola, arroganti, corrotti e fannulloni. Livia Turco ricorda con nostalgia il suo ingresso alla Camera, in una stagione di grandi lotte e affermazioni delle donne comuniste che riuscirono a far entrare in parlamento il 30% di donne. E ricorda con una punta di nostalgia anche le grandi battaglie combattute all'interno del gruppo e addirittura tra le stesse donne della sinistra per norme antidiscriminazione che venivano considerate delle forzature femministe, delle leggi "panda". In particolare la norma del 1991 per
l'elezione diretta dei sindaci su liste che proponessero almeno il 30% di donne, una norma che vide contraria la stessa Emma Bonino e che passò solo dopo un accorato intervento in Commissione e in aula dell'allora presidente Nilde Iotti. Le battaglie e le soddisfazioni
sono state tante, dice Livia Turco ricordando le tante iniziative per migliorare la qualità di vita delle donne e anche degli immigrati in
Italia ma poi l'ultima legislatura la definisce uno "strazio" con il Parlamento umiliato dal Governo e dalla stampa e il degrado del modo di fare politica.
Ancora più amaro il bilancio di Lucia Codurelli, che essendo entrata in Parlamento solo nel 2006 ha vissuto soprattutto anni bui, in cui dominanti sono stati (dice) gli "ego" individuali, in cui si è stati giudicati tutti uguali e in cui sembra essere scomparso il piacere di fare lavoro di squadra, di lavorare insieme animati da ideali. Malgrado abbia la coscienza a posto Lucia Codurelli parla quindi di un passaggio di vita, in Parlamento, non sereno e forse è anche per questo che salutando i colleghi non ha evocato solo l'intento di continuare nell'impegno politico senza lesione di continuità, ma anche le lunghe passeggiate che ama fare nei boschi della Valtellina
alla ricerca di funghi e l'amore per i luoghi nativi che vuole trasmettere ai nipotini.
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