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Donne in Parlamento: chi, cosa / Legge elettorale e polemiche - di Paola Avetta

Donne in Parlamento: chi, cosa / Legge elettorale e polemiche - di Paola Avetta

Le opinioni delle Senatrici Lo Moro (PD), de Petris (SEL), Bernini (FI)

Mercoledi, 29/01/2014 - Solo poco più di un mese fa la corte Costituzionale si è pronunciata contro la legge elettorale in vigore, il cosiddetto Porcellum e, stando a gridi di allarme che si stanno facendo sempre più pressanti, se la nuova legge elettorale concordata tra Renzi e Berlusconi ( l'Italicum ) non verrà cambiata la Coste Costituzionale potrebbe essere nuovamente chiamata in causa. Per bocciarla per la seconda volta. A sostenerlo sono insigni costituzionalisti, primo tra tutti Stefano Rodotà, ma a sostenerlo sono anche le donne parlamentari che per mesi hanno cercato un accordo su una nuova legge elettorale, nella Commissione creata proprio per un varo spedito di Riforme istituzionali in questa legislatura.

Infatti la senatrice Doris Lo Moro, PD e relatrice sul tema della legge elettorale esprime critiche che vanno ben oltre il disappunto per il fatto che il suo segretario, Matteo Renzi, abbia trattato Berlusconi come un leader emerito, ricevendolo in pompa magna nella sede del partito Democratico. Per la senatrice Lo Moro la nostra Costituzione, prevedendo che il Parlamento sia formato attraverso il voto degli italiani, non ammette che il premio di maggioranza sia attribuito ad un partito o coalizzazione che abbia raggiunto solo il 35% dei voti. E' una soglia troppo bassa, dice, si violerebbe così il dettato costituzionale che impone che i seggi parlamentari rispecchino proporzionalmente la volontà popolare e non le convenienze e le scorciatoie politiche per ottenere la governabilità. Inoltre, spiega la Senatrice Lo Moro, anche le soglie di sbarramento per i partiti minori, troppo alte, comporterebbero il mancato rispetto della volontà popolare che si è espressa per le forze minori e che non le vedrebbe presenti in Parlamento. La Senatrice si dice sicura che alla fine la soglia per il premio di maggioranza sarà alzata al 38% e la soglia di sbarramento per i partiti minori sarà invece abbassata, sembrerebbe che da parte i Renzi ostacoli non ne vengano, ma vengono invece da Forza Italia. La Senatrice Anna Maria Bernini (FI) si rifiuta infatti di commentare questi appunti sulla costituzionalità della legge-base su cui hanno concordato Renzi e Berlusconi: "parlerò, dice, quando i tempi saranno più maturi" mentre dalle donne dell'opposizione si esprime la speranza che, qualora il testo base sia approvato senza le modifiche richieste, sia lo stesso presidente Napolitano a rinviarlo in Parlamento per manifesta incostituzionalità. Una incostituzionalità che, dichiara la senatrice Loredana de Petris (SEL), riguarda anche l'articolo 51 della nostra Costituzione. Renzi e Berlusconi non hanno infatti previsto alcuna norma per

garantire un'adeguata presenza di donne nelle liste elettorali e quindi poi in Parlamento.

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