Donne in Parlamento: chi, cosa? / Dopo il Jobs Act, un nuovo Statuto che riguarda i lavoratori auton
Finalmente regole certe sui diritti dei lavoratori non inquadrati nelle imprese. Le novità riguardano anche le neomamme, i congedi parentali e le indennità per malattia
Domenica, 14/05/2017 - Quando venne approvato il nuovo statuto del lavoro, il Jobs Act, nel Dicembre del 2014 il Governo Renzi prese un impegno preciso: in tempi brevi si sarebbe regolamentato anche il lavoro autonomo, quello del popolo delle partite IVA, dei collaboratori, dei free-lance, ecc..
Questo 10 Maggio questo impegno è stato mantenuto con grande soddisfazione delle donne parlamentari che si erano battute perché si colmassero ingiustizie e lacune che pesano sulle neomamme e sui congedi parentali concessi ai lavoratori che non sono inquadrati nelle imprese. "Da oggi, in quanto a regole non si può più parlare di lavoratori di serie A e di serie B" dice la senatrice Maria Spilabotte che, come vicepresidente della Commissione Lavoro del Senato, si è impegnata a fondo per l'approvazione della legge. In pratica il nuovo Statuto dei lavoratori autonomi stabilisce, ed è la prima volta, che chi non è inquadrato nelle imprese sia lo stesso retribuito con tempi certi (entro 60 giorni dopo la prestazione) e garantisce anche che gli artigiani e i gruppi di lavoro autonomo possano accedere con i loro progetti ai Fondi Europei, che finora erano destinati solo ai progetti presentati dalle imprese. Non solo: si potranno detrarre, fino a 10.000 euro, le spese sostenute dagli autonomi per master e aggiornamenti professionali e l'indennità di disoccupazione sarà garantita anche a chi è impegnato in Dottorati di Ricerca presso le Università; verrà poi riconosciuta e regolata una nuova forma di lavoro, lo swart working, cioè il cosiddetto "lavoro agile" che un gruppo di professionisti di specializzazione diversa (tipo architetti, grafici, disegnatori,ecc) svolge su uno stesso progetto senza vincoli di orari o di presenza in un particolare luogo fisico.
Ma a soddisfare particolarmente le donne parlamentari, come dice la senatrice Spilabotte, sono le novità previste per maternità e congedi parentali,: questi ultimi saliranno da 3, a 6 mesi e potranno essere sfruttati entro i primi 3 anni di vita (non più uno solo) di un figlio naturale o di un bimbo in adozione o in affido. Durante il periodo pre e post parto (2 mesi più 3, o un mese più 4) sarà inoltre possibile continuare a lavorare e fatturare senza perdere l'indennità economica per maternità perché non scatterà più l'astensione obbligatoria assoluta dall'attività lavorativa.
In caso di malattia domiciliare si avrà diritto ad una indennità pari al 50% di quella ospedaliera per un massimo di 61 giorni e l'indennità sarà equipararla a quella ospedaliera se la malattia comporta patologie che causano una inabilità lavorativa temporanea pari al 100%.
Una legge, questo Jobs Act per gli autonomi, che non ha comportato grosse battaglie parlamentari come invece fu per la legge del 2014, anche se contrarietà e vivaci confronti ci sono stati , in particolare per il mancato previsto riconoscimento del diritto ad una paga proporzionata alla qualità e quantità del lavoro svolto. Si tratta della cosiddette equa retribuzione prevista anche dalla nostra Costituzione ma che al momento, per i lavoratori autonomi, resta una lacuna.
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