Mercoledi, 20/04/2016 - Una presidente di Commissione Parlamentare impegnata su problemi del lavoro che coinvolgono moltissime donne.
Inizia la bella stagione. E' una buona notizia per tutti, anche per chi nell'occasione vede aumentare le proprie possibilità di lavoro, fosse anche un lavoro sottopagato, faticosissimo e non esente da rischi. Come quello nei campi organizzato dal caporalato. Ne parliamo con la senatrice Camilla Fabbri, Presidente della commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro e sulle malattie professionali, che ha concluso una indagine conoscitiva sulla morte di una bracciante agricola. Si è trattato di una donna vittima del caporalato. Il caporalato e' una forma di reclutamento di lavoratori effettuata da uomini senza scrupoli e che procurano manodopera sottopagata trasportandola sul luogo del lavoro e ricevendo un pizzo dagli imprenditori o proprietari terrieri che ne hanno fatto richiesta. Il tutto in barba alle più basilari norme sulla sicurezza nel reclutamento e nell'utilizzo della manodopera. Dall'inchiesta parlamentare è risultato che il pullman sul quale la donna ha cominciato a sentirsi male era riempito da sole viaggiatrici donne, a riprova che il caporalato si rivolge soprattutto alle donne (costano meno, sono meno violente, sono più accurate in certi lavori di precisione, sono meno portate a ribellarsi e a nel rivendicare i propri diritti, come spesso avviene anche nel caso degli immigrati). La donna al centro dell'inchiesta della senatrice Fabbri e della sua Commissione, era partita alle 3 di mattina per andare in un posto di lavoro lontano più di 2 ore di pullman, si trovava a dover affrontare 8 ore di lavoro sotto il sole e non ricevette alcun soccorso se non quando venne chiamata una autoambulanza per costatarne il decesso. In pratica, nell'ambito del caporalato non è prevista alcuna misura di protezione e di primo soccorso. L'unica misura precauzionale è costituita dalla richiesta di una certificazione di buona condizione fisica che ha la durata di due anni. Un lasso di tempo troppo lungo, sostiene la senatrice Fabbri, che a conclusione dell'inchiesta della sua Commissione ha sottoposto a Governo, Parlamento e organi competenti una serie di richieste affinché aumentino i controlli sul reclutamento della manodopera e sullo stato di salute e di sicurezza dei lavoratori stagionali o occasionali. Sarà ascoltata? Il tema della sicurezza sui posti di lavoro e sulle malattie professionali è uno dei più complessi e difficili da risolvere. Un esempio? Malgrado le norme varate ben 25 anni fa per bonificare, smaltire e evitare i danni causati dall'amianto, risulta che la nostra bella penisola è ancora invasa di questo materiale tanto dannoso per la nostra salute, in particolare per la salute di chi ci lavora e ancora di più per le donne che,a casa, tolgono la polvere di amianto dalle tutte dei mariti lavoratori. Dal 30 Novembre la Commissione della Senatrice Fabbri lavora su un testo unico che dia punti di riferimento sicuri per lo smaltimento dell'amianto (attualmente sono 400 le norme che si sovrappongono sul tema) e una sua sfida personale e' quella di arrivare ad una conclusione e ad una svolta per la soluzione del problema entro un anno, nel Novembre prossimo.
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