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Donne in guerra. VII puntata aspettando il 25 aprile.

Donne in guerra. VII puntata aspettando il 25 aprile.

Storie e immagini dall'archivio di Noidonne per celebrare la Liberazione dell'Italia dal fascismo.

Mercoledi, 22/04/2015 -
Mancano dieci giorni al 70esimo anniversario della Liberazione dal fascismo. La storia di Noidonne è strettamente connessa con la Resistenza e con le imprese delle tante partigiane dei Gruppi di Difesa della Donna che parteciparono attivamente e in mille modi in varie parti d'Italia. Fino al 25 aprile vi riproporremo storie e foto direttamente dai primi numeri di Noidonne. Qui trovate la prima, la seconda, la terza, la quarta, la quinta e la sesta puntata. A cura di Silvia Vaccaro.



Due pagine centrali per ricordare il ruolo delle donne durante la seconda guerra mondiale con foto che raffigurano partigiane italiane, donne sovietiche, infermiere canadesi, donne jugoslave, patriote francesi, donne inglesi, patriote belga e partigiane greche.



Donne in guerra



Dovunque lo straniero invasore ha calpestato il suolo della patria, dovunque la bandiera della croce uncinata ha sventolato a simboleggiare l’avvenuta conquista, dovunque le pattuglie tedesche hanno riempito il silenzio delle vie deserte con l’eco sinistra del loro passo cadenzato, là è sorto, quasi d’incanto, un gruppo di ribelli, di patrioti pronti a osare, a tutto soffrire pur di liberare dall’oppressore il territorio del proprio paese.



Piccoli nuclei prima, lontani ed ignari l’uno dall’altro, senza armi, senza munizioni, senza viveri, spesso, divenuti man mano più numerosi e forti, più compatti e ordinati. È stata questa la guerra di tutti e infatti tutti vi hanno partecipato senza distinzione di età, di sesso, di condizione sociale. È stata questa la prima guerra in cui le donne non si sono limitate alle opere di assistenza e di organizzazione interna, ma hanno impugnato le armi e sono accorse in prima linea a combattere accanto agli uomini, come gli uomini. Non è più un episodio isolato, un caso singolo; sono migliaia e migliaia le operaie e le contadine, le donne di casa che si sono volontariamente arruolate negli eserciti di liberazione, che, equipaggiate e armate come i loro compagni, sono state inquadrate con questi e con questi hanno diviso pericoli e sofferenze.



Dalla Jugoslavia alla Grecia, dalla Russia alla Francia, dall’America all’Inghilterra, dal Belgio all’Italia, dalla Danimarca al Montenegro, le donne hanno dimostrato di non essere inferiori agli uomini in coraggio, in destrezza, in spirito di abnegazione. Quelle che si sono dimostrate idonee, sono state scelte per ricoprire dei gradi, anche i più elevati; spesso hanno organizzato e guidato esse stesse dei gruppi di patrioti, spesso hanno ideato e condotto le più rischiose imprese.



La guerra è il collaudo dei popoli e degli individui: e la donna ha dato veramente una prova sicura, inoppugnabile della sua capacità, della sua maturità. Ormai, non può retrocedere nel suo cammino, non può essere esclusa dalla vita politica, sociale, economica della Nazione, da quella nazione che deve anche a lei la sua salvezza: non si torna indietro nel tempo.

Se nella lotta la donna ha avuto gli stessi doveri e gli stessi diritti degli uomini, è giusto che nella pace essa continui a godere di questa parità dei diritti, così faticosamente e così meritatamente conquistata.



Rosetta Longo

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