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Donne e sicurezza. Il pericolo è dentro casa, non fuori

Donne e sicurezza. Il pericolo è dentro casa, non fuori

Meredith Kercher - Sala gremita al 110 caffè di Perugia per la giornata di riflessione sul caso di Meredith Kercher e sulla violenza alle donne

Isabella Rossi Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2008

Sala gremita al 110 caffè di Perugia. Soprattutto donne, ma anche uomini hanno partecipato alla lunga giornata di riflessione sul caso di Meredith Kercher e sulla violenza alle donne, organizzata con il supporto della Consigliera di Parità della Regione Umbria, Marina Toschi. Ben tre ore di interventi, spettacoli e dibattito, frutto di un percorso esplorativo effettuato da un gruppo di donne che si è riunito periodicamente per parlare, fra le altre cose, della difficoltà di comunicare la violenza e della “sicurezza” in città. Perugia è una città tranquilla, non si vive in un clima di violenza e di incertezza. Con l’omidicio di Meredith Kercher nei media nazionali si è voluto creare il caso “sicurezza a Perugia” fomentando un clima di paura tra le studentesse del tutto ingiustificato, secondo Tamar Pitch, docente di femminismo giuridico e filosofia del diritto all’Università di Perugia.
“Ma che cosa vuol dire sentirsi sicura per una donna?” Si è interrogata la sociologa. Attraversare la città senza venire vittimizzati è di solito l’aspettativa che coincide con il sentirsi al sicuro.
In questo contesto paradigmatica è la questione del “dentro e del fuori” per le donne.
Le ricerche attestano che ad avere più paura di essere vittima di reati, “fuori”, sono proprio le donne. In realtà, ha spiegato Tamar Pitch, le donne all’esterno subiscono meno reati di quanto ne subiscano gli uomini. Per le donne è molto più pericoloso l’interno. Le statiche, infatti, parlano chiaro ed attestano che le donne sono più vittime dei loro intimi che di sconosciuti.
“Questa situazione”, ha affermato Tamar Pitch, “genera un paradosso che trova espressione nella figura del protettore di prostitute”. Le donne vengono educate sin da piccole a considerare gli uomini come loro protettori, ma i dati denunciano che i “protettori” sono troppo spesso anche i carnefici delle donne, proprio come nel caso del protettore di prostitute. Da qui risulta comprensibile come trattare la questione della sicurezza attraverso una sterilizzazione e sorveglianza del territorio pubblico significa fallire completamente l’obbiettivo. Tali politiche istituzionali non sono solo inefficaci, sostiene la sociologa, ma addirittura controproducenti.
“In città come Roma viaggiare in autobus di notte è diventato più sicuro da quando le donne emigranti, costrette a servirsi dei mezzi pubblici per i loro spostamenti, popolano la città”. Ha concluso Tamar Pitch.
Significativo l’intervento di Tiziana Bartolini, direttora di Noidonne, che ha affrontato la questione del rispetto dell’ Identità di genere nella lingua italiana, alla quale speriamo verranno attribuiti maggiori spazi in futuro.
Momenti di riflessione, di apertura e di partecipazione a Perugia, resi possibili dal lavoro di una rete di donne, con l’apporto di Adelaide Coletti responsabile delle politiche di genere e associazionismo Prc Umbria, e da suggestivi contributi artistici. Decisive le performance teatrali presentate da Chiara Meloni, regista della Compagnia degli Gnomi e Giuseppina Sciarrillo, ostetrica e attrice del Teatro di Sacco, che hanno creato quella preziosa empatia che a volte rischia di perdersi nelle parole e nei discorsi. I “Quattro quadri di donna. Facili soluzioni per violenti problemi quotidiani.”, sceneggiati da Chiara Meloni sulla base delle testimonianze raccolte durante gli incontri, e il suggestivo studio video teatrale sulla violenza di genere “E agnelli diventare lupi”- insieme alla preziosa testimonianza su “Rita Atria. Una donna che si ribella alla violenza” del Teatro di Sacco -, oltre a stimolare il dibattito hanno fornito un esempio di quella creatività squisitamente femminile, che raramente trova spazi e visibilità in Italia.

(5 febbraio 2008)

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