Regione Lazio / Assessorato all'Agricoltura - Sempre più giovani e donne decidono di investire il proprio futuro in agricoltura. Una realtà in crescita anche nel Lazio
Martedi, 01/12/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2009
Oggi in Italia un'azienda agricola su tre è condotta da donne. Un aspetto molto importante perché significa che le donne in agricoltura possono dare un contributo concreto al settore. Un settore che oggi più degli altri soffre di una preoccupante crisi strutturale e che per essere affrontata ha bisogno di una reale politica di sviluppo, di nuove energie e di capacità imprenditoriali.
Anche nel Lazio il settore dell’agricoltura sta facendo registrare una crescente attenzione e una massiccia presenza di giovani e donne. Multifunzionalità, innovazione, agriturismo, coltivazione biologica, qualità, sicurezza alimentare, sono questi gli aspetti che guidano maggiormente il loro interesse.
E ciò si riscontra dal gran numero di domande (ben 513) che proprio le donne e i giovani del Lazio hanno consegnato alla Regione per partecipare ai bandi del Piano di Sviluppo Rurale 2007 – 2013.
Dopo i primi 200 attestati consegnati questa estate, lo scorso 28 ottobre sono stati riconosciuti ad altre 300 aspiranti imprenditrici gli attestati, vale a dire l’ok ufficiale ai finanziamenti del Programma di Sviluppo Rurale. Finanziamenti che porteranno alla nascita nei prossimi cinque anni, di circa 2000 imprese agricole.
Vediamo nel dettaglio a quanto ammontano i finanziamenti. Le istituzioni hanno messo a disposizione 184 milioni di euro, 74 dei quali previsti come primo stanziamento e altri 110 come parte del pacchetto di interventi destinato alle nuove imprese giovanili e femminili. Questo dimostra che, nonostante le difficoltà del settore, l’agricoltura è considerata dai giovani di entrambi i sessi un’opportunità d’impresa su cui scommettere.
“Un evento importantissimo – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Daniela Valentini - perché è la dimostrazione concreta del grande lavoro svolto con il Psr e al tempo stesso una grande occasione di crescita non solo per i giovani e le donne coinvolti ma soprattutto per il Lazio che potrà così rinnovare l'imprenditoria agricola e rilanciare l'intera economia. I finanziamenti – continua – sono stati suddivisi meticolosamente per evitare gli stanziamenti a pioggia degli anni precedenti, e lanciare nuove sfide economiche e contribuire a creare nuovi sbocchi di mercato per gli agricoltori, soprattutto in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo”.
Va aggiunto inoltre che le domande provengono in modo equilibrato da tutte le province della Regione e che le scelte aziendali puntano in via prioritaria ad uno sviluppo dell’agricoltura produttiva “tradizionale”.
Sono 35 le richieste rivolte alla misura 311, ovvero alle diversificazioni non agricole, mentre ben 29 sono i progetti definiti di nicchia, dove sono “nascoste” le produzioni di allevamenti minori (api, conigli, asini,…) piante officinali, piccoli frutti, nofood, riproduzione di sementi, ecc.
Entrando nel merito della differenza di genere, si può sottolineare come rispetto alle attività multifunzionali dell’agricoltura (miglioramento e qualificazione delle strutture utilizzate per agriturismo e turismo rurale) o anche rispetto al sostegno alla qualità alimentare e alle produzioni biologiche, le richieste delle donne sono nettamente prevalenti su quelle degli uomini a testimonianza del crescente interesse verso questo comparto economico.
Ma non finisce qui. La Regione Lazio ha siglato anche un accordo con 31 istituti di credito al fine di assicurare agli agricoltori quei finanziamenti necessari per coprire l'intero investimento previsto. Infatti, i progetti approvati saranno coperti al 40% a fondo perduto (come previsto dalla programmazione) e per il restante 60% con un mutuo agevolato sottoscritto con le banche che hanno siglato l’accordo. Tutto sotto garanzia regionale.
"Una riforma del credito – ha spiegato l’assessore Valentini - che va incontro alle esigenze delle imprese, anzitutto delle più piccole e delle più giovani, dando all'agricoltore la possibilità di realizzare fin da subito l'intero investimento". (redazionale)
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