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Donne diritti democrazia

Donne diritti democrazia

Libertà e cittadinanza - Il libro a cura di Giovanna Fiume

Dario Alessandro Librizzi Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Agosto 2007

La legittimazione della specificità femminile, per il fatto che non riguarda né una classe, né un gruppo etnico, né una minoranza o un gruppo marginale, contiene in sé una ricchezza problematica tale da permettere un’approfondita riflessione sull’idea che abbiamo oggi della democrazia e dei diritti. Per i sistemi rappresentativi democratici fondati sui principi di uguaglianza e di universalità del diritto, infatti, non può che essere centrale il problema dell’inclusione attiva delle donne nella vita pubblica. Esso rappresenta anzi il cuore stesso di una nozione di cittadinanza pienamente intesa. La questione, in questo senso, non si riduce ad un problema numerico o alla trasformazione dell’uguaglianza di diritto in uguaglianza di fatto. La sfida consiste piuttosto nel riuscire a pensare una politica che finalmente chiami in causa tutta la società, sessualmente differenziata e che, per questa via, sia capace di produrre cambiamenti materiali e simbolici. Il merito di 'Donne diritti democrazia' (Giovanna Fiume, a cura di, XLedizioni) consiste nell’opportunità che esso dà al lettore di riflettere sulla possibilità di questo cambiamento epocale, grazie anche a un coro polifonico di punti di vista differenti per prospettiva, luogo di osservazione e discipline. Le autrici discutono sulla nozione di cittadinanza e sul riconoscimento dei diritti, sui concetti di democrazia, di libertà e di rappresentanza (Tamar Pitch, Claudia Mancina, Alessia Donà); pongono il problema di come le religioni monoteistiche nei suoi aspetti normativi, che riguardano il controllo del comportamento sessuale e della riproduzione confliggono con i diritti delle donne (Kari Borresen),; ripercorrono la trasformazione avvenuta a livello internazionale dei diritti individuali in diritti umani e l’evoluzione del diritto internazionale per quanto riguarda i crimini contro le donne (Silvia Salvatici e Chiara Vitucci); analizzano i casi russo, tedesco e francese (Catherine Achin e Anastassja Leonova); indagano sulle cause della scarsa presenza femminile nella vita delle istituzioni politiche italiane e su come creare una tradizione politica femminile in Sicilia (Giovanna Fiume). Tutti questi temi s’intrecciano in una trama complessa la cui cifra di fondo è la necessità di una legittimazione della specificità femminile in grado di trasformare l’uguaglianza formale in uguaglianza di fatto. In questo senso, si ha come l’impressione nel leggere i diversi saggi presenti nel libro di salire su una scala a chiocciola che, gradino dopo gradino, ci conduce a una visione più chiara e articolata del problema dei diritti e della rappresentanza delle donne. I contributi si susseguono tracciando un ampio percorso che dalla dimensione internazionale arriva a quella locale seguendo la logica di un’interdipendenza planetaria irreversibile che, nel porre nuovi problemi e nuove prospettive alla convivenza umana, non può non considerare centrale la richiesta di partecipazione politica proveniente dalle donne.

(7 agosto 2007)

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