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Donne di destra

Donne di destra

Annalisa Terranova - Il libro 'Camicette Nere, donne di lotta e di governo da Salò ad Alleanza Nazionale' introduce alla storia della presenza femminile nell’area della destra politica

Camilla Briganti Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Agosto 2007

Il libro di Annalisa Terranova, Camicette Nere, donne di lotta e di governo da Salò ad Alleanza Nazionale, ed. Mursia, 2007, introduce alla storia, ancora poco nota e diffusa, della presenza femminile nell’area della destra politica interpretando tale retrospettiva storica come cronaca sociologica, esperienza della storia stessa, com’è connotazione e specificità propria delle donne. “Camicette Nere” ha il merito di sfatare alcuni persistenti luoghi comuni e miti negativi ed alza il velo delle false rappresentazioni, rilevando la storia misconosciuta delle donne di destra.
Il punto di partenza è rappresentato dalle testimoni dell’esperienza fascista nel Servizio Ausiliare Femminile (SAF) della Repubblica Sociale Italiana istituito nel 1944, le soldatesse di Mussolini, le ragazze di Salò, le tante ausiliarie vennero arruolate, organizzate, messe in divisa, ma non armate che scelsero di combattere per un ideale che sentivano proprio, per la comunità di appartenenza, che va al di là del luogo comune del focolare domestico a cui l’immaginario collettivo aveva assegnato alle donne come luogo e spazio privilegiato, se non esclusivo.
In una serie di reti collettive, questi sodalizi politici e spirituali, Annalisa Terranova riesce a delineare la specificità e l’eccezionalità delle testimonianze singole che non si esauriscono nella mera esteriorità dell’indossare camicette e non camicie, che pure sottolinea la non omologazione al maschile, ma che si sostanziano in valori, idee, proposte esigenze individuabili, sia a destra che a sinistra; l’elaborazione di una politica delle donne e per le donne, funzionale, continua nel tempo, efficace. Così si alternano figure di donne forti, coerenti e di rilievo (Elsa Sabatini, Nadia Sala Zamboni, Gianna Preda, firma di punta del “Borghese”, Orsola Nemi, traduttrice di Brasillach che anticipò già nel 1959, i futuri dibattiti sulle pari opportunità ed altre donne non omologate, come Cristina Campo, consulente editoriale della Rusconi, antimodernista, raffinata poetessa o Ida Samuel, fondatrice della sezione bolognese dell’associazione “Una voce”) ad altre intellettuali tra cui spicca Wilma Perina, Stefania Paternò e le tante donne presenti nei testi delle canzoni di musica alternativa di destra il cui scopo è quello di riaffermare una differenza di comportamenti e attitudini rispetto al femminismo che rivendica forza, coerenza, ma anche radicamento ai valori della maternità
L’ultimo capitolo si conclude con gli anni attuali fino all’ultima corrente legislatura in cui in Alleanza Nazionale figurano tredici parlamentari divise tra le “moderniste” innamorate delle quote rosa e le militanti, allergiche a quella che chiamano la logica da “riserva indiana”. Come sostiene Eugenia Roccella (Dopo il femminismo, Ideazione editrice, Roma, 2001) occorre cercare di uscire da ogni tipo di schematismo, anche quello di posizioni destra-sinistra stancamente contrapposta, è necessario aprire un confronto, raggiungere obiettivi trasversali spinti dalle reali esigenze delle donne e degli uomini e non più ispirate da mere ideologie.

(7 agosto 2007)

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