Catania al voto amministrativo - A Catania, laboratorio politico del sud, le candidate in prima linea nella battaglia elettorale contro il centrodestra
Stefania Zingale Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2005
A Catania, laboratorio politico del sud, non è stato dato lo spazio per portare avanti una politica al femminile, ostacolata da personaggi che non badano tanto a curarsi di una città come la nostra ma che mirano ad altri scopi: apparire più che essere. Nonostante le figure maschili siano detentori delle leadership di centrodestra e di centrosinistra locali, a scendere in pista insieme a loro ci sono altri uomini ma soprattutto donne. Candidate al Consiglio comunale o nei consigli di quartiere, le nostre donne (e quando dico nostre intendo le nostre compagne) sono semplici, agguerrite, spaventate. Però credono in questo progetto e nel contribuire a migliorare questa città portando avanti delle idee. Sono sdegnate dalle scelte della giunta di centrodestra (l’abbattimento di ponti stradali, il proliferare di parcheggi in aree verdi, la mancanza di serie politiche abitative e di integrazione, autorizzazioni di iniziative neofasciste, inseguimenti selvaggi dei venditori ambulanti immigrati nella zona centrale della città). Molte delle donne di cui sto parlando, inizialmente, avevano paura, ma compresi i meccanismi del gioco hanno deciso di essere protagoniste affinché l'orrore di questa amministrazione finisca. Scrivo di lavoratrici precarie, casalinghe, insegnanti, studentesse che hanno deciso di dedicare il loro tempo per fare la loro campagna elettorale. Corrono da tutte le parti della città non badando agli avversari, sono sempre presenti in prima fila. Una di queste donne, Rossella, moglie e madre ha avuto veramente un grande coraggio. Candidata nella lista del Partito dei Comunisti Italiani presentata per il consiglio comunale come tutte le nostre donne mostra davvero una meravigliosa grinta. La sua storia è molto interessante e la sua candidatura non è stata una casualità. La conobbi circa cinque mesi fa durante un picchetto davanti al call center dove lavorava in condizioni a dir poco disumane. Quattro giorni dopo venni a conoscenza del suo licenziamento (questa azione doveva servire come esempio per tutti i lavoratori, suoi colleghi, che avevano e che hanno “quell’utilissimo” contratto di lavoro a progetto). La crudeltà di questo abuso di potere portò il PdCI ad interessarsi del suo caso e le voci maligne locali cominciarono a girare accusandoci di voler strumentalizzare a nostro favore la situazione della nostra amica. “Avremmo candidato una lavoratrice del call center” diceva la voce, nulla di più falso. Raccontammo la storia a Rossella la quale, inizialmente spaventata, decise di accettare la candidatura, almeno la voce sarebbe stata vera, adesso. Ora la nostra nuova compagna sta lavorando in un altro call center e nel tempo libero porta avanti la sua campagna elettorale. Il 15 e 16 Maggio non sono molto lontani e tutti, donne e uomini del PdCI e candidati ci stiamo impegnando affinché queste elezioni riescano come speriamo, ad ogni modo le donne di cui si è parlato sono già vincenti, per il coraggio e la determinazione dimostrata in questi giorni difficili di campagna elettorale.
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