Donne al voto - Visitabile fino al 31 gennaio la mostra che ripercorre le tappe fondamentali del lungo percorso per il suffragio femminile
Ferraguti Isa Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2007
Un percorso iconografico e documentario che sintetizza e sottolinea le tappe principali del lungo cammino che va dalla rivoluzione francese al 1946, quando le donne italiane acquistarono con il suffragio il diritto alla piena cittadinanza. La mostra è anche occasione per una ricostruzione della faticosa maturazione del concetto di “cittadino” a partire dalla rivoluzione francese. L'idea di cittadino non era affatto universale in quanto escludeva il genere femminile dalla vita pubblica. Ci sarebbero voluti due secoli e molti drammatici eventi per superare questa esclusione.
'La lunga marcia della cittadinanza femminile. 60° anniversario del voto alle donne' è un progetto realizzato in collaborazione con la Fondazione Basso e inserito nel Programma Grandi Eventi Culturali della Regione Lazio per l’anno 2006, volto a celebrare il 60° anniversario del riconoscimento del diritto di voto alle donne, cui hanno dato il loro patrocinio il Ministero per i Diritti e le Pari Opportunità, il Ministero della Pubblica Istruzione, la Regione Lazio, la Provincia di Roma, il Comune di Roma e il Comitato nazionale “Italiane al voto. Donne e culture politiche”.
Curata da Gabriella Bonacchi, Marina Caffiero e Manola Ida Venzo, attraverso documenti d’archivio, giornali e periodici d’epoca, fotografie e ritratti, la mostra le tappe salienti delle battaglie delle donne per la conquista della piena cittadinanza. "Non è un caso che per votare le donne abbiano dovuto sormontare ostacoli e sabotaggi provenienti da ogni parte politica, compresa quella schierata a difesa degli oppressi – hanno osservato le organizzatrici – e anche se si può votare e restare esclusi sul piano economico e sociale, la possibilità di influenzare le scelte di governo si è configurata da subito come l’oggetto di una contrattazione decisiva: tra chi includere e chi lasciare fuori dalla cerchia dei cittadini sovrani". Quattro le tappe attraverso cui è ricostruita la storia per l'accesso al voto: 'Le repubbliche del 1798 e del 1849', 'Dall’Unità alla Grande Guerra', 'Fascismo e antifascismo ', 'La Seconda Guerra Mondiale e la Resistenza ', 'Il voto'.
Se nella Repubblica romana del 1798- 99 le donne furono appassionate protagoniste del messaggio rivoluzionario, nella stagione successiva le energie politiche di aristocratiche, borghesi e intellettuali, ma anche di alcune donne del popolo, furono assorbite dall’idea risorgimentale della nazione. Solo all’indomani dell’unificazione italiana, si riapre una “questione femminile” che, tramite un diffuso associazionismo dalle molte sfaccettuature, ripropone il tema del suffragio.
La grande guerra e poi il ventennio fascista sembrano segnare una battuta d’arresto. Ma proprio in questi anni sia gli ambigui modelli di modernità proposti dal regime sia l’opposizione aperta sono il terreno in cui matura per le donne una fase diversa dell’esperienza politica.
Le pratiche di partecipazione e di conflitto così sperimentate, confluiscono nelle varie forme di protagonismo messo in campo nella guerra di liberazione. Il 2 giugno 1946, le donne esercitarono per la prima volta il diritto di voto, recandosi in più di dodici milioni alle urne nell’Italia liberata.
In occasione dell’inaugurazione è stato proiettato l’audiovisivo “Donne e voto. Una cittadinanza imperfetta”, per la regia di Barbara Galanti.
La mostra, allestita nel loggiato del piano nobile del Palazzo della Sapienza costruito tra fine Cinquecento e prima metà del Seicento per ospitare l’Università della Roma pontificia e divenuto poi, dal 1936, sede dell’Archivio di Stato di Roma, è visitabile fino al 31 gennaio e l'ingresso è libero.
Info: www.60annisuffragiofemminile.it
Tel 06 68190838; 06 68190895
(4 gennaio 2007)
Lascia un Commento