Iori Catia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2009
Io non so perché noi donne quando parliamo della nostra vita affannata non sentiamo tutta l’importanza e il valore di avere qualcosa di speciale. E’ come se per alcune di noi fosse una maledizione sacrosanta, quella di accorgersi di giorno in giorno che siamo solo noi ad essere capaci di “posto” per l’altro. Uscendo dagli stereotipi che ancora ci condizionano e che ci hanno accompagnato sin qui, se solo fossimo consapevoli di quanto l’uomo abbia bisogno di noi, guadagneremmo in rispetto di noi stesse e in benevolenza nei confronti della nostra vita. Nulla più della politica che è fatta di relazione e a lungo andare non di solo potere, abbisogna del femminile perché la donna “contiene”, sa rispondere alla vita e quindi ai problemi. Perchè per natura è responsabile. L’uomo è in genere più distratto da se stesso. La donna attrae, non si distrae. Simon Weil affermava che la donna nella propria solitudine fa crescere la sua attenzione per l’altro. Ed è di questo che ogni essere umano sente sempre più il bisogno. Non si ama qualcuno perché è bravo, o buono, o simpatico, o generoso e neppure necessariamente perché è bello ma perché è lui. Questo è il sentire l’altro: noi potremmo dire il suo esserci. Semplicemente. In quanto studente, lavoratore, giovane precario, anziano depresso, compagna violentata.
Questa politica così lontana dall’ascolto dei cittadini è figlia della psiche maschile tutta fragilità e orgoglio fine se stessa. La creatività della donna invece è il connubio tra immediatezza e mediazione, tra attimo e durata nel tempo, tra forma pura e forma ragionata. In questo senso la donna è luogo, ambito, involucro, contenitore dello stesso avvenire della relazione. La donna in quanto involucro non è mai chiusa in se stessa. Il suo luogo non è mai recintato. Nella relazione con l’altro, con la vita o con il prossimo noi donne sappiamo dare aria alle nostre stanze. Sappiamo far muovere l’altro all’interno di un vitale allontanamento. Noi donne conteniamo perché abbiamo innati pensieri di attesa. Ecco perché il futuro appartiene a noi, non contro l’uomo ma insieme all’uomo riconoscendosi reciprocamente bisognosi e mancanti di qualcosa che altrimenti non si riesce a realizzare. Anche questo credo faccia parte del nuovo messaggio di Obama che incarna davvero un nuovo modo di sentire. Al di là del pregiudizio, dell’arcano, dell’insperato.
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