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Disegnando farfalle sulla pelle

Disegnando farfalle sulla pelle

Poesia, Julijana Velichkovska - Un poesia dove convivono tradizioni, onomatopee, linguaggio parlato e slang

Benassi Luca Domenica, 30/09/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2012

Che l’erba del vicino fosse sempre più bella lo sapevamo già, che fosse anche alta, rigogliosa e ricca di frutti ci lascia sorpresi. Eppure, attraversato l’Adriatico, si giunge in un paese dove la poesia ha la stessa importanza, lo stesso audience del nostro Festival di San Remo. La Macedonia, una delle repubbliche nate dalla disgregazione dell’ex Jugoslavia, accoglie poeti, organizza festival, promuove la poesia a livello internazionale. Non solo il famoso Festival Internazionale di Poesia di Struga, che dal 1962 riunisce ogni anno più di 70 poeti da tutto il mondo, ma anche festival più piccoli ma non meno intensi ed emozionanti, come il Festival Internazionale di Poesia di Velestovo. Ciò che colpisce non è solo la qualità dei poeti, quanto la folla di pubblico che ascolta i versi in tv o accalca gli spalti, quasi si trattasse di un derby calcistico. La Macedonia non ospita solo importanti Festival, è patria di voci straordinarie, soprattutto di giovani. Julijana Velichkovska è nata nel 1982 a Skopje dove attualmente vive e lavora per la casa editrice PNV PUBLIKACJI da lei fondata e diretta. Nel 2010 ha pubblicato la raccolta poetica “Komarci” (“Zanzare”). Sue poesie sono state tradotte in inglese, cinese, serbo, olandese, sloveno e pubblicate in diverse antologie e riviste di poesia. Ha partecipato a numerosi festival internazionali, fra i quali la 15° Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo, tenutasi a Roma nel dicembre 2011, dove ha rappresentato la Macedonia. Poetessa grintosa eppure delicatissima nell’aprire lembi di sentimento e di dolore, questa giovane autrice regala versi nei quali simboli, elementi onirici, surreali e stranianti si intrecciano in una trama metaforica complessa e allo stesso tempo leggera come trine. In questi versi animali, oggetti, personaggi Disney e dei cartoni animati si mischiano come in un gioco a rimpiattino di avocazioni e nascondimenti, per cogliere di sorpresa chi legge. Ne emerge una poesia che nella lingua originale riesce a far convivere suoni della tradizioni, onomatopee, linguaggio parlato e slang, spesso includendo parole della lingua inglese. Si tratta di un impasto linguistico espressione di una sensibilità contemporanea capace di travalicare i confini nazionali e generazionali, di dare voce alla bellezza e allo stupore di una realtà che vuole crescere nella speranza e in valori positivi, travasando nella quotidianità la virtualità della rete e dei media, dei rapporti umani liquidi e solidali che lì si creano e si rinsaldano. Julijana Velichkovska è pubblicata in Italia per la prima volta in traduzione italiana.



Farfalla



Ho disegnato una farfalla

sulla mia gamba destra

l’ho disegnata in inchiostro blu

appena più scuro

del cielo.

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Chi interrogherà i gabbiani

mentre volano sul Tevere

verso il Danubio

verso di te

ti osservavano mentre

da solo, con una pipa,

sedevi in riva al fiume

aspettando me...


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Addio



I miei seni bucano

questa maglietta blu notte

che indosso alle sei del mattino

ti sveglio

un abbraccio

un ciao.

Mi domando

se io stia bucando

anche il tuo cuore

con essi



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Il cane-asino



All’improvviso

mi sono accorta delle mie ginocchia

in piedi di fronte alla tua bocca schiumante



I miei polpacci si stringono



davanti alla tua mascella rosa

i denti bianchi….



Mi hanno detto che avevi abbaiato come un asino

me l’ha detto un poeta irlandese





Di certo sbaglia

questo abbaiare

mi fa accapponare la pelle





All’improvviso

mi accorgo della tua assenza

ciò che rimane dei tuoi latrati

è solamente un’eco nel vuoto della notte



“Tre anni son passati

da quando sono stato colpito

follemente tormentato

dal nostro amore...”



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Poesia blues



I miei capelli odorano di smog

Oh baby

mi hai detto:

i tuoi capelli odorano di Skopje

mi hai detto:

i tuoi capelli odorano dello smog di Skopje

Oh baby

ti ho detto:

mi dispiace.







 


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