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Disegna il ‘tuo albero’, parla di te

Disegna il ‘tuo albero’, parla di te

Leggere l’albero - L'albero di Renato Marotta

Baldassarre Bruna Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2008

Cara Bruna,
mi piacerebbe sapere cosa leggi nel disegno del mio albero in relazione alla mia storia e alle amicizie. Per un attore è importante uscire dal ruolo, e il “riconoscersi” è favorito sia dal rapporto con il pubblico, che dalle belle amicizie…
Grazie! Renato Marotta


Caro Renato,
il tuo albero è proprio in fiore! Nella chioma del tuo albero c’è già il segreto della tua professione: nei fiori c’è la magia dell’apparire, c’è la ricerca della bellezza. Come tutte le magie cela un pericolo: restare incantati dal proprio Sé, che l’empatia del pubblico rischia pure di rafforzare. Un rischio attutito, come giustamente affermi nella tua domanda, dalle belle amicizie, da chi ti considera non per il ruolo che reciti, ma per chi sei veramente. Tra essere e apparire il confine è sottile, come il contorno della chioma, nel senso che occorre una grande sforzo di centralità per non cadere nelle maglie della propria magia! L’albero è situato al centro, nella zona inferiore del foglio, occupa tutto lo spazio possibile, come dovrebbe essere per un uomo di spettacolo. Questo ti dice che sei una persona concreta, ma anche molto sensibile. La sensibilità tendente anche a una certa ansia è scoperta dalla pittoricità del segno e dai traumi riscontrabili lungo il tronco, corrispondente al tuo percorso cronologico. Il tratto ricciuto della chioma rileva molto movimento, ma soprattutto allegria. La chioma è protetta come da una pelle sottilissima, ondulata, tipica di una persona educata, gentile e con il senso della buona forma. Il tratto dei rami è in senso ascendente, che ti caratterizza per l’entusiasmo, per gli ideali, ma anche per un’eventuale irascibilità. Le ombreggiature, invece, prevalentemente a sinistra, ti caratterizzano come alquanto sognatore, un po’ suscettibile e con tendenza all’introversione. Per fortuna ci sono anche a destra e il tutto si completa da una facilità sociale, che rende sicuramente il tuo lavoro più divertente e solare. Il trauma più incisivo avviene tra i 17 e i 20 anni, ma è importante anche quello intorno ai 4 anni e mezzo. Il trauma adolescenziale è qualcosa che incide molto sulle tue scelte, nel senso che ti crei come un’altra parte che ti affianca nelle tue decisioni vivendo per te i duri colpi. Poi c’è un’altra tappa traumatica tra i 27 e i 28 anni. Una certa sofferenza si riscontra anche negli anni: 5, 6 e mezzo, 24, 25, 28 e mezzo. A volte i segni rivelatori di sofferenza possono rappresentare anche un segnale di profonda sensibilità senza necessariamente essere legati ad episodi negativi, ma a una modalità di reagire agli eventi della vita. Questo è tipico negli artisti, in coloro che vivono la vita con l’anima a 360°!


(26 febbraio 2008)

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