Diritto allo studio, prevenzione, contraccezione...
Emilia Romagna - ...iniziative per le donne e per i giovani della Regione
Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2007
Diritto allo studio, più opportunità per i giovani emiliano romagnoli
Dal primo ottobre 2007 si costituirà un’unica Azienda per il diritto agli studi superiori e dall’inizio del 2008 smetteranno di operare le attuali aziende emiliano romagnole, vale a dire Bologna, Ferrara, Modena e Reggio, Parma.
E’ questa una delle novità inserite nel progetto di legge “Sistema regionale integrato di interventi e servizi per il diritto allo studio universitario e l’alta formazione”, approvato dalla Giunta regionale con l’intento di introdurre un’idea nuova del diritto allo studio universitario, che rafforzi il sostegno agli studenti e fornisca nuovi servizi, dall’accoglienza ai prestiti agli assegni formativi, in modo da garantire davvero a tutti l’accesso e la frequenza ai più alti livelli scolastici.
Sempre di più, dunque, la Regione intensifica le azioni dirette a rimuovere gli ostacoli sulla strada del completamento degli studi, con un occhio di riguardo agli studenti dotati di capacità ma senza adeguati mezzi per pagarsi i corsi. Il progetto di legge, tuttavia, amplia il concetto di diritto allo studio sia nei confronti dei destinatari che delle opportunità, confermando l’idea che dare ai giovani la possibilità di migliorare la propria formazione sia un investimento nello sviluppo economico e sociale per tutta la comunità.
L’unificazione delle aziende per il diritto allo studio consentirà, inoltre, un notevole risparmio di spesa. In particolare la costituzione di un unico consiglio di amministrazione ridurrà i consiglieri da 25 a 5, con un calo delle spese di circa un terzo.
Per il diritto allo studio la Regione ha investito un sostanzioso pacchetto di risorse, distribuendo circa 20 milioni di euro fra le quattro aziende esistenti dal Fondo regionale apposito: il 65% è stato destinato alle spese di personale e di funzionamento, il restante ai servizi di ristorazione e al servizio abitativo. A questi soldi si sono aggiunti l’anno scorso altri 14 milioni di euro del Fondo integrativo nazionale e 16 milioni di euro della tassa regionale, per un totale di circa 30 milioni di euro con i quali sono state finanziate le borse di studio.
Altri punti cardine del progetto di legge: il coinvolgimento delle Università sugli interventi per il diritto allo studio, all’interno della Conferenza permanente per i rapporti fra Regione e Università, l’istituzione della Conferenza regionale dei Comuni aventi sede universitaria, con funzioni consultive, di confronto e di collaborazione istituzionale, nominata dal presidente della Regione e composta dall’assessore regionale competente, che la presiede, e dai sindaci dei Comuni interessati.
Un altro organo creato appositamente è la Consulta regionale degli studenti, per garantire il coinvolgimento e l’effettiva partecipazione della componente studentesca alla verifica del nuovo sistema degli interventi e dei servizi. La Consulta sarà composta da ventuno studenti designati fra i propri componenti dai Consigli studenteschi delle università e degli altri istituti di grado universitario e nominati dal presidente della Regione.
Tumore al collo dell’utero: arriva il vaccino per 16mila ragazze
Prenderà il via a gennaio 2008, in tutto il territorio emiliano-romagnolo, la campagna di vaccinazione per prevenire le lesioni pre-cancerose al collo dell’utero.
L’iniziativa coinvolgerà 16mila ragazzine, alle quali è gratuitamente offerta – nel corso del dodicesimo anno di età - la possibilità di ricevere il vaccino contro le infezioni da papillomavirus (HPV). Alla Regione Emilia-Romagna il tutto costerà 5 milioni e mezzo di euro (tre dosi a 350 euro per ciascuna paziente) più le spese organizzative.
La campagna si aggiunge all’ormai tradizionale (è partito nel 1996) programma di screening per la prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori del collo dell’utero, mirato a 1.200.000 donne, di età compresa tra i 25 e i 64 anni, che vengono chiamate ogni tre anni a sottoporsi al pap-test.
La nuova vaccinazione consisterà nella somministrazione di tre dosi nell’arco di sei mesi compresi nei 365 giorni intercorrenti tra l’11° e il 12° compleanno delle ragazzine.
Tutto sulla contraccezione in otto lingue
E’ scritto in otto lingue e si intitola "La contraccezione. Conoscere per scegliere”. Si tratta di un opuscolo, arricchito da sette schede di approfondimento, nato per dare alle donne tutte le informazioni per conoscere i metodi contraccettivi e poter così scegliere, eventualmente, quello più congeniale alle loro esigenze.
L’iniziativa porta la firma del Servizio sanitario regionale, è alla seconda edizione (la prima era del 2000) e si rivolge in particolare alle donne straniere che vivono in Emilia-Romagna, fornendo loro le prime informazioni. Gli approfondimenti si potranno poi ottenere rivolgendosi ai Consultori familiari e agli Spazi donne immigrate e loro bambini, anche attraverso le mediatrici culturali presenti.
L’opuscolo è diviso in due parti. La prima accenna alla fisiologia degli apparati sessuali maschile e femminile, mentre la seconda illustra i metodi contraccettivi e ne descrive l’utilizzo appropriato: i metodi naturali; il coito interrotto; la pillola; il cerotto; l’anello vaginale; il condom o preservativo; la contraccezione d’emergenza; la contraccezione iniettoria; la spirale.
Pubblicazione a parte, la Regione ha avviato un programma di formazione rivolto a operatrici e operatori sanitari sul tema della contraccezione e sull’approccio e la gestione del colloquio su questi temi con le donne straniere. Uno degli aspetti affrontati è la necessità di migliorare le competenze delle operatrici e degli operatori nell’analisi del bisogno contraccettivo, tenuto conto delle culture e delle tradizioni, anche molto diverse in tema di sessualità, da cui provengono molte donne immigrate.
Rosolia, scatta la prevenzione
Una semplice iniezione e la rosolia non farà più paura.
“Rosolia: perché rischiare? La vaccinazione protegge una vita futura” è il titolo della campagna di vaccinazione gratuita che il Servizio Sanitario regionale propone alle donne in età fertile, allo scopo di evitare rischi al feto in caso di gravidanza.
Pur essendo una malattia che si manifesta in genere con sintomi non particolarmente gravi, la rosolia diventa pericolosissima se contratta durante la gestazione, perché può provocare un aborto spontaneo, malformazioni del cuore, degli occhi e degli organi uditivi del feto.
L’unica, sicura forma di prevenzione è dunque la vaccinazione, eseguita negli Ambulatori vaccinali dei Servizi di igiene e sanità pubblica delle Ausl. Il vaccino è ben tollerato dall’organismo e si somministra normalmente insieme a quelli contro morbillo e parotite.
Per informare le donne su questa preziosa opportunità il Servizio sanitario dell’Emilia-Romagna ha promosso una campagna basata sulla diffusione di opuscoli e locandine.
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