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Diritti, non privilegi

Diritti, non privilegi

I diritti fondamentali non possono essere subordinati all’opportunità politica del momento: la nuova legge sulla cittadinanza va emanata subito.

Martedi, 21/03/2017 - Ihlam Mounssif, la studentessa modello premiata a Montecitorio che, paradossalmentem non ha potuto assistere alla seduta della Camera perché ha il passaporto del Marocco, è uno dei 14 Caschi Bianchi che, dal 10 ottobre, ha iniziato un anno di servizio civile con l'Ong veronese.



Ilham è nata a Marrakech da genitori marocchini 22 anni fa, ma è in tutto e per tutto italiana (nonostante ancora formalmente non lo sia), anzi sarda, dato che è cresciuta a Bari Sardo, un piccolo paese della costa centro orientale della Sardegna, in provincia d’Ogliastra.

È stata selezionata per svolgere un anno di servizio civile all’estero in un progetto di Cooperazione Internazionale allo Sviluppo promosso da ProgettoMondo Mlal a Beni Mellal, città centrale del Paese africano, da cui proviene la maggioranza degli immigrati marocchini in Italia.

“Voglio contribuire alla miglior comprensione delle esigenze della popolazione locale, forte anche del ponte naturale che costituirebbero la prossimità culturale e linguistica che per natura ho. Spero che la mia voglia di rendere il mondo migliore possa influenzare iniziative e collaborazioni con il mio Paese di nascita”, ha dichiarato convinta partendo con ProgettoMondo Mlal.

Ma gli sforzi, a quanto pare, devono partire prima di tutto da qui, dall'Italia in cui Ihlam è nata e che, se da un lato riconosce la sua bravura attribuendole un premio come una tra i migliori neolaureati in grado di rappresentarci alle simulazioni dell'Assemblea delle Nazioni unite del Rome Mun 2017, dall'altro la considera extracomunitaria per una delle commesse della Camera dei Deputati trasformando così un momento di soddisfazione e gioia in un controsenso che reclama appunto “lo Ius soli subito”.



Ihlam è impegnata in Marocco in un contesto particolare e denso di problematiche, in cui sii trova a rapportarsi con la società civile marocchina e le sue istituzioni rispetto a temi quali la promozione dei diritti umani e l’impegno educativo e di sensibilizzazione all’uguaglianza di genere e alla lotta e prevenzione al radicalismo, fenomeno quest’ultimo quanto mai rilevante nelle odierne fasce più giovani.

Per potersi inserire nel progetto, con forte determinazione la giovane ha superato numerosi step, concludendo gli studi di Laurea in Scienza della Politica e delle Relazioni Internazionali all’Università degli Studi di Sassari e arricchendo il suo bagaglio culturale e preparazione con un periodo di studi all’Institut d’Études Politiques (Science Po) di Grenoble in Francia e uno stage nell'ambito dell'Europrogettazione a Malta, settore ulteriormente approfondito con un corso formativo specifico a Bruxelles. Titoli e riconoscimenti che oggi la rendono competente e capace di lavorare anche in contesti difficili e paesi esteri.



“La nuova legge sulla cittadinanza, detta ius soli temperato, è ferma da tempo, oggetto di meschini giochi politici che confondono le percezioni più vuote di senso con i diritti più elementari. Il riconoscimento della cittadinanza a qualsiasi persona che nasce sul suolo italiano, o che cresce stabilmente nella società italiana, indipendentemente dal vincolo di sangue, è un semplice atto che lo Stato rivolge a un soggetto giuridico, in virtù della sua condizione. La cittadinanza non è un privilegio, ma un diritto umano fondamentale, e le valutazioni di ordine storico o politico non c’entrano nulla rispetto a un percorso che attualmente esclude, in una situazione paradossale, un numero importante di persone dal pieno riconoscimento civile”.



Il presidente di ProgettoMondo Mlal, Mario Mancini, ritorna su quanto accaduto sabato alla giovane Casco Bianco di ProgettoMondo Mlal, Ilham Mounfssif, impegnata per un anno di servizio civile in Marocco. Ilham ha ricevuto un premio dalla Fondazione Italia – Usa per essere una tra i neolaureati più brillanti, ma le è stato impedito l’accesso a Montecitorio perché in possesso di passaporto marocchino.

Insiste Mancini: “La vicenda di Ilham Mounssif è esemplare di una realtà che vede circa 1 milione di bambini e ragazzi, nati in Italia o arrivati da piccoli, che frequentano le scuole italiane, che giocano e convivono quotidianamente con i loro coetanei “italiani”, che parlano il dialetto locale o l’italiano come lingua madre, ma che sono costretti a esibire un “permesso di soggiorno” e a essere considerati stranieri. I diritti fondamentali non possono essere subordinati all’opportunità politica del momento: la nuova legge sulla cittadinanza va emanata subito”.

La cosa ancora più anacronistica e paradossale, per il presidente di ProgettoMondo Mlal, è che un discendente di un italiano, morto dopo il 17 marzo 1861, possa esercitare lo ius sanguinis. Di fatto, sono centinaia di migliaia di “italiani” che non sono mai stati in Italia, non parlano italiano, e sono poco interessati alle vicende dello Stivale, ma hanno ottenuto un passaporto per ragioni affettive o di viaggio.



Foto tratta da: http://catania.liveuniversity.it/2017/03/19/premio-laurea-studentessa-modello-montecitorio-boldrini-extracomunitaria/

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