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Diritti delle donne: dove fare l'inseminazione eterologa

Diritti delle donne: dove fare l'inseminazione eterologa

Il Diritto ad essere madri per le donne omosessuali e non sposate non è ancora stato riconosciuto in Italia: vediamo cosa negli altri principali stati europei.

Martedi, 15/04/2014 - Se in molti paesi europei il diritto ad essere madri è riconosciuto anche alle donne non sposate e omossessuali, lo stesso putroppo non si può dire del nostro paese. Secondo la legge 40/2004 il ricorso alla fecondazione eterologa, ovvero quella procedura dove i gameti maschili o femminili provengono da un donatore, è precluso alle donne non sposate.



Nonostante entro i nostri confini la fecondazione eterologa non sia dunque possibile per donne single, in molte non si danno per vinte, e cercano di soddisfare il loro desiderio di diventare madri dirigendosi verso paesi dalle normative più liberali.



Per alcuni è la solita intromissione delle gerarchie ecclesiastiche nella vita dei cittadini e, soprattutto, delle cittadine, mentre altri puntano invece al fatto che, anche in paesi tradizionalmente più religiosi del nostro, la fecondazione eterologa sia un diritto della donna, che può ricorrervi in una serie di fattispecie decisamente più numerose di quelle consentite nel nostro paese.



La situazione in Europa

Si chiama turismo riproduttivo, e non ha niente a che fare con il turismo sessuale. Non si tratta infatti di recarsi in paesi dove sia facile (o economico) trovare un partner sessuale), ma di recarsi in paesi dove le leggi vigenti consentano alla donna, anche se non sposata, di superare con l’aiuto dell’inseminazione artificiale e della fecondazione eterologa i problemi che la separano dall’essere madre.



La lista dei paesi che sono scelti dalle donne del nostro paese per esercitare questo importantissimo diritto è particolare: ci troveremo sia paesi che un po’ tutti si aspetterebbero, sia paesi che invece, almeno prima di leggere questo articolo, erano degli insospettabili.



Tra i più gettonati c’è sicuramente l’Austria, dove grazie alla vicinanza geografica si fanno affari d’oro in Carinzia, regione molto vicina all’Alto Adige e dove il personale è solito anche parlare italiano. Basta fare un salto oltreconfine infatti per avere a disposizione la procedura, anche se le limitazioni sono parecchie: bisogna essere una coppia sposata o dimostrare di essere conviventi stabili.



Discorso diverso in Belgio, dove l’accesso è consentito sia alle coppie sposate (etero o omosessuali), sia alle donne single. Si tratta di una delle legislazioni più liberali d’Europa in questo senso, anche se la lingua, al contrario di quanto avviene in Carinzia, potrebbe essere un ostacolo.



Discorso a parte per Grecia e Spagna, dove le donne possono recarsi da sole (e senza dover dimostrare di avere un partner) in clinica per avviare le procedure di fecondazione eterologa.

Discorso diverso abbiamo detto, perché si tratta di due paesi dove la chiesa Cattolica nel secondo e quella Ortodossa nel primo hanno sempre cercato, come nel nostro paese, di ostacolare l’approvazione di norme come quelle che troviamo in Belgio.



Lì hanno vinto i diritti delle donne, da noi invece, nostro malgrado, sappiamo come è andata

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