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D.i.Re/ L'omicidio-suicidio di Trebaseleghe: non è malattia, è violenza contro le donne

D.i.Re/ L'omicidio-suicidio di Trebaseleghe: non è malattia, è violenza contro le donne

Alessandro Pontin ha ucciso i figli e si è suicidato non perché malato o depresso. E' una forma di violenza contro le donne che conosciamo bene

Mercoledi, 23/12/2020 - Riceviamo e pubblichiamo

Violenza. Omicidio-suicidio di Trebaseleghe. Non è malattia, è violenza contro le donne*
“Ci sono volute le parole di Roberta Calzarotto, su la Repubblica del 22 dicembre, per smontare la solita narrazione incentrata su malattia, depressione, sofferenza, e riportare il gesto estremo del suo ex marito Alessandro Pontin - che ha ucciso i loro figli e si è suicidato - a un copione già visto: quella della violenza maschile contro le donne, di una vendetta postuma ed estrema per condannare la donna che aveva osato lasciarlo a una sofferenza indicibile”.
Lo afferma *Antonella Veltri*, presidente di D.i.Re.
“Ancora una volta abbiamo visto riproporre lo stesso scherma narrativo – la donna egoista che divorzia e porta i figli con sé, l’uomo buono ma fragile che impazzisce”, accusa Veltri. “In questa come in altre vicende simili che hanno funestato l’anno che si va chiudendo, Calzarotto non è stata creduta, la violenza denunciata non era abbastanza sanguinolenta, l’immagine pubblica che il suo ex marito dava di sé è stata considerata più ‘vera’ di quella che emergeva dal ritratto che ne faceva lei”.
“Queste vicende sono la prova che la violenza sulle donne ha un impatto sui figli e figlie coinvolti, che vengono invece dimenticati quando si tratta di decidere sulla loro custodia, anche se ci sono delle denunce. Non possiamo più accettare che la violenza sia messa in secondo piano nelle separazioni”, afferma *Cinzia Marroccoli*, consigliera D.i.Re per la Basilicata.
“Dobbiamo uscire dalla confort zone che ci fa rubricare queste tragedie come atti unici di menti squilibrate, riconoscere che violenze atroci, brutali, ripetute sono all'ordine del giorno e che a commetterle non sono uomini con chissà quale disagio psichico, o mostri ai margini della società”, afferma *Mariangela Zanni*, consigliera D.i.Re del Veneto.
“Per prevenire la violenza occorre un deciso cambio di passo”, conclude Veltri. “Dobbiamo mettere in discussione il modello culturale e sociale in cui tutti e tutte siamo immersi, perché non ci sono parole in grado di consolare una donna a cui sono stati uccisi i figli in un delitto annunciato”.


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