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Dio, patria e famiglia: i valori della Grande Russia

Dio, patria e famiglia: i valori della Grande Russia

Neo-Repubbliche del Donbass - Ucraina: il Donbass e il ripiegamento nostalgico su un lontano passato patriarcale e confessionale

Cristina Carpinelli Sabato, 31/01/2015 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2015

Mentre ancora in Ucraina il conflitto tra il governo di Kiev e i ribelli filo-russi dell’Est del paese sembra non avere tregua, nella regione russofona del Donbass, dove si collocano le due autoproclamatesi Repubbliche popolari di Donec’k e Lugansk, è in corso un’operazione di consolidamento del potere, entro cui la nuova dirigenza sta esplicitamente tracciando la futura ideologia dominante incardinata su patriottismo, fede, ortodossia e tradizionalismo.

Il 14 maggio 2014 la Repubblica popolare di Donec’k ha adottato una Costituzione, la cui essenza sta nel suo preambolo: “…Creazione di uno Stato sovrano indipendente, mirato a ripristinare lo spazio culturale e di civiltà unitario del Mondo Russo, sulla base dei suoi valori religiosi, sociali, culturali e morali tradizionali, con la prospettiva di diventare una parte della ‘Grande Russia’...”. Il richiamo allo “Russkij Mir” (Mondo Russo) è una costante del testo costituzionale: “Sentirsi parte integrante del ‘Mondo Russo’ come civilizzazione russa”. (…) “Pensare all’indivisibilità del destino dell’intero ‘Mondo Russo’ ed essere ancora disposti a rimanere partecipi di questo destino”. (…) “Restare ancorati ai valori e agli ideali del ‘Mondo Russo’ e onorare la memoria dei suoi antenati”, ecc.



La Costituzione assegna alla Chiesa ortodossa russa (patriarcato di Mosca) il ruolo di colonna portante della neo-Repubblica: “L’esperienza e il ruolo storico dell’Ortodossia e della Chiesa Ortodossa Russa (Patriarcato di Mosca) vengono da noi riconosciuti e rispettati, tra le altre cose, anche come colonne sistemiche del Mondo Russo”. L’articolo 21 autorizza la “Repubblica”, senza porre limiti, a proteggere i cittadini dalle sette religiose mettendole fuori legge, ma senza definire in alcun modo tali sette e aprendo così la strada alla persecuzione di qualsiasi religione non gradita alla Chiesa Ortodossa Russa.

Nel loro progetto di costruzione del “Mondo Russo”, gli estensori della Costituzione hanno anche deciso di rafforzare la famiglia tradizionale: Articolo 4.3. “Lo Stato sostiene la famiglia tradizionale come unione tra un uomo e una donna registrata secondo le modalità previste dalla legge”. In più, l’articolo 31.3 vieta ogni possibile forma di unione “perversa” tra persone dello stesso sesso, che sarà perseguita per legge. L’articolo 9.2 dichiara che la fede ortodossa professata dalla Chiesa Ortodossa Russa (Patriarcato di Mosca) è la religione di Stato. Gli articoli 3 e 12.2 sanciscono il diritto alla vita fin dal momento del concepimento, implicando in tale modo il divieto all’aborto. La Repubblica di Donec’k si è pure dotata di un Codice penale (17 agosto 2014), nel quale è introdotta la pena di morte per i crimini più gravi, tra cui sono inclusi quelli per tradimento, saccheggio e spionaggio.



L’altra Repubblica popolare del Donbass, quella di Lugansk, è salita recentemente all’onore delle cronache per aver organizzato un “tribunale popolare”, che ha sentenziato esemplari condanne per due casi di stupro (nella sala del tribunale erano presenti più di 300 persone. Per un caso è stata decisa la fucilazione, per l’altro l’invio del colpevole sul fronte a “espiare il crimine con il sangue” - non si è poi proceduto materialmente all’esecuzione delle pene), e per le dichiarazioni ultra-reazionarie sul ruolo delle donne nella società rilasciate dal comandante della brigata meccanizzata “Prizrak”, Aleksej Mozgovoj, nel corso di un’intervista al giornale “Novaja Gazeta” (1). Per quanto riguarda il “tribunale popolare”, il comandante ha affermato che “è solo il primo della serie. Era una prova. Dovevamo capire come la società avrebbe reagito a tutto ciò, come la gente si sarebbe comportata durante il processo. [Ora è necessario] dare vita a qualcosa di analogo a questo tribunale, a cui tutti si abituino permanentemente”. Egli ha, inoltre, sottolineato la validità di un processo “popolare” (con un sistema di voto diretto - per alzata di mano - che affermi la volontà della maggioranza) senza diritto di difesa per gli accusati, e ha aggiunto che questa forma di giustizia, “la vorrebbero tutti nel mondo. In realtà, tutti vogliono la giustizia. Ma la giustizia è crudele, non deve essere fatta di fiocchetti rosa”. Mozgovoj ha, poi, espresso il suo punto di vista sulle donne e ha minacciato di arrestare tutte quelle che frequenteranno un’osteria o un bar: “Tutte queste giovani donne, che dovrebbero fare nascere i bambini di cui abbiamo bisogno per evitare una crisi demografica, cuocere al forno pirozhki e fare punto croce, invece di occuparsi di questo non fanno altro che distruggere il proprio organismo. D’altronde, perché mai ai vecchi tempi alle donne era proibito sedersi al tavolo? Perché una donna era innanzitutto una madre. Ma che madre potrebbe mai essere se rovina il suo organismo con l’alcool, e ai tempi d’oggi addirittura con le droghe?”.



Le scelte operate dalle nuove autorità delle neo-Repubbliche del Donbass rappresentano un autentico manifesto contro il modello occidentale di società, in particolare nel campo della tutela della famiglia tradizionale e, più in generale, della salvaguardia del sistema valoriale della civiltà dello “Russkij Mir”. Chiara è la sfida lanciata dalle due Repubbliche al mondo occidentale per la sua deriva relativista, nichilista, omosessualista, laicista. Esse intendono contrapporre a questa deriva un’alternativa di stampo assolutista, sessualmente tradizionale, omofobica, che affonda nella melma del passato, alla cui base vi è un nazionalismo mistico-ortodosso. Come afferma il politologo russo Oleg Bondarenko, l’ideologia del Donbass si basa sulla riedificazione della ‘Grande Russia’ con “il ritorno alle radici, la rinascita dello spirito nazionale, la ricostruzione di uno spazio storico. La riunificazione dei territori abitati dai russi, cui farà seguito la riunificazione dello spirito. Ma quale spirito può offrire al mondo la Russia di oggi? Uno spirito conservatore: la famiglia, la fede, la tradizione. La libertà di avere più di due figli e di andare in chiesa la domenica. La libertà di educare i figli nello spirito della cultura nazionale e di celebrare feste nostre, non straniere. Ѐ per questo che è insorta l’Ucraina orientale. Questi valori oggi sono minacciati non solo in Ucraina, ma in tutta l’Europa” (2).

Il 24 maggio 2014, insieme con la Repubblica Popolare di Lugansk, l'autoproclamata Repubblica Popolare di Donec’k ha dato vita allo Stato Federale della Nuova Russia (Novorossija), che comprende tra le altre le regioni di Char’kov, Dnepropetrovsk e Odessa. Questo Stato Federale della Nuova Russia, il cui nome esatto è “Unione delle Repubbliche Popolari di Novorossija” è, per il momento, un’entità astratta. Non ha un profilo politico, che potrà essere definito solo quando saranno chiari i suoi confini territoriali. A tutt’oggi, la Novorossija, la cui capitale è Donec’k, si caratterizza per avere cultura e lingua russa, per la presenza di un’Assemblea interparlamentare composta di 30 deputati per ciascuna Repubblica e di un presidente. Quest’ultimo è attualmente Valerij Kaurov, nato a Odessa nel 1956. Arrestato più volte, negli anni, per atti di teppismo, vandalismo e corruzione. Il suo motto è: “Per la Fede, il Popolo, la Patria!”.



Lo Stato Federale della Novorossija ha come punto di riferimento la grande civiltà russa, poiché come afferma Igor’ Druz (braccio destro dell’ex-comandante in capo della Repubblica popolare di Donec’k, Igor’ Strelkov) questa “difende alcuni valori fondamentali, non solo di carattere religioso, ma anche valori che riguardano i rapporti tra le persone. Per esempio, la condanna della perversione nei rapporti tra sessi diversi e gli stessi sessi che attualmente si sta diffondendo nel mondo. [...] La Russia difende la conservazione di alcune convinzioni fondamentali che hanno sempre caratterizzato la cristianità, ma lo fa dal punto di vista dell’uomo russo. Si tratta, quindi, di una vera e propria visione del mondo, una visione del mondo ambiziosa, sulla base della quale è possibile affermare che la Russia è uno Stato universale. [...] La Russia è un pilone della cristianità e un difensore dell’istituto della famiglia a livello globale. E la Novorossija, dove la Cristianità ortodossa è diventata religione di Stato, lo è al quadrato. [...] (3).



Fonti:

(1) Zinaida Burskaja, “Sami sebegosudarstvo”, Novaja Gazeta, 17 novembre 2014

(2) Oleg Bondarenko, “Ideologija ‘russkojvesny’”, Izvestija, online, 11/4/2014. Traduzione italiana sul n. 1047 del settimanale L’Internazionale - aprile 2014, disponibile online.

(3) FOCUS UCRAINA/“L’‘antifascismo’ neofascista della Novorossiya”, Crisi Globale, online, 30 settembre 2014.



Nota

È disponibile on line un’intervista al comandante Mozgovoj, che vale la pena ascoltare: Interview with Economist and The Nation. Militia Commander Mozgovoy. English Subtitles (https://www.youtube.com/watch?v=Uu2qhd-mEzE).



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